Catalogo viaggi Libano di NBTS Viaggi Tour Operator, dedicato alla scoperta incantevole del Libano! Vi presentiamo una selezione esclusiva di viaggi individuali per visitare il Libano, tour privati con guida in italiano. Esperienze straordinarie che vi condurranno attraverso le meraviglie di questa terra antica e affascinante. I nostri viaggi organizzati Libano includono soggiorni nei migliori hotel, dove potrete immergervi nel lusso e nel comfort dopo le vostre avventure giornaliere. Sia che siate affascinati dalla bellezza delle montagne libanesi o dalle acque cristalline della costa mediterranea, vi garantiamo un’esperienza indimenticabile.
Da Beirut, la vivace e cosmopolita capitale, alla storica Baalbek, patrimonio mondiale dell’UNESCO, vi invitiamo a esplorare il Libano con guide esperte che vi condurranno attraverso le strade storiche e le piazze affascinanti di queste città iconiche. Ogni passo che farete sarà intriso della storia millenaria di luoghi come Tiro, famosa per la sua ricchezza archeologica, e Byblos, dove il passato si fonde con il presente in modo affascinante.
Una straordinaria avventura, dove ogni momento sarà una testimonianza della bellezza e della diversità che caratterizzano il Libano. Dalle tradizioni culinarie irresistibili alle testimonianze architettoniche che narrano storie di civiltà passate, siamo qui per guidarti attraverso un viaggio unico e avvincente. Preparati a lasciarti affascinare dalle esperienze che abbiamo accuratamente selezionato per te. Benvenuti nel cuore del Libano con NBTS Viaggi Tour Operator, dove l’eccezionale diventa realtà.
Per i cittadini italiani in viaggio nel Libano è necessario il passaporto valido per almeno 6 mesi dalla data di ingresso nel paese. Il visto turistico viene rilasciato in aeroporto a Beirut gratuitamente (a condizione che non si tratti di visto per lavoro o per prestazioni artistiche). Per il rilascio del visto d’ingresso alla frontiera è necessario: essere in possesso del biglietto aereo di ritorno qualora l’ingresso avvenga all’aeroporto e del passaporto con validità superiore ai sei mesi. L’ingresso nel Paese non è consentito ai titolari di passaporto israeliano o qualora sul passaporto ci siano timbri d’ingresso o visti per Israele. Il transito oltre la linea del fiume Litani (confine del teatro operativo UNIFIL) è soggetto ad autorizzazione da parte delle Forze Armate Libanesi. Nessun transito è invece consentito a sud attraverso la c.d. “Linea Blu”, che separa il Libano e Israele.
Il clima del Libano è di tipo mediterraneo, mite quasi tutto l’anno con estati calde e secche e inverni miti ma piovosi (temperatura media 15 °C). In estate, sulla costa, il clima è umido con una temperatura media di 30 °C e lievi escursioni termiche durante la notte. Nella zona montana vi sono alcune stazioni sciistiche che sfruttano la stagione della neve (da dicembre ad aprile). I periodi migliori per visitare il Libano sono le stagioni intermedie: le città della costa, compresa Beirut, come anche la valle della Bekaa, ad aprile-maggio e settembre-ottobre, tenendo presente che nella valle della Bekaa ad aprile e ottobre le notti sono molto fresche o persino fredde. Per fare i bagni si può andare da metà maggio a metà ottobre, ma ricordiamo che il mare raggiunge i 24 gradi solo a partire da giugno.
Si consigliano abiti freschi e pratici, occhiali da sole e un copricapo per l’estate, da aprile ad ottobre; negli altri periodi qualche capo più pesante, giacca a vento o impermeabile. Da non dimenticare, per qualsiasi periodo dell’anno e per tutte le destinazioni, scarpe comode per camminare.
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La corrente è 110/220 Volt e le prese sono di tipo bipolare e tripolare. Consigliamo di munirsi di un adattatore universale.
La lingua ufficiale è l’arabo. Il francese è la seconda lingua più diffusa mentre l’inglese è parlato dagli operatori turistici.
La lira libanese (codice ISO: LBP) è la valuta ufficiale del Libano, emessa dalla Banca del Libano. È comunemente simbolizzata come “ل.ل” o abbreviata come “LL”. La lira è suddivisa in 100 piastre, anche se queste non sono più utilizzate a causa dell’elevata inflazione. Le banconote variano in tagli da 1.000 a 100.000 lire, e spesso raffigurano simboli culturali, monumenti e paesaggi del Libano.
A causa della grave crisi economica degli ultimi anni, la lira libanese ha subito una forte svalutazione e fluttuazioni, rendendo il dollaro statunitense una valuta largamente utilizzata nelle transazioni quotidiane, specialmente per beni e servizi di valore maggiore. La maggior parte dei pagamenti avviene in contante, anche se nelle aree urbane sono accettate carte di credito. Tuttavia, la situazione economica instabile rende essenziale verificare il tasso di cambio corrente prima di effettuare transazioni.
La cucina libanese è senza dubbio l’espressione più tipica e raffinata della cucina mediorientale. Si tratta di una cucina estremamente varia caratterizzata dall’uso di moltissime verdure, carne di pollo, manzo e agnello, della frutta secca e dei condimenti a base di succo di limone. Interessanti sono anche i piatti di pesce e ottimi gli antipasti a base di verdura (Mezzeh). Tra i piatti più famosi troviamo: il Tabulé un’insalata di burgul, pomodori e cipolle, insaporita con prezzemolo e menta condita con olio di oliva e limone; Kebbeh è il piatto nazionale libanese ed è composto da crocchette di carne d’agnello mischiata a burgul, cipolle e spezie; Falafel sono polpette fritte a base di farina di ceci o di fave, impastate con aglio, prezzemolo, cumino, coriandolo e altre spezie; Kofta sono polpette fritte, di solito di carne d’agnello, speziate; Hummus be tahineh è la crema a base di ceci e pasta di sesamo aromatizzata con olio d’oliva, aglio, succo di limone, paprica, semi di cumino e prezzemolo tritato; Baba Ghannuj è la grigliata mista di carne; Baba Ghanoush è la salsa di polpa di melanzane speziata. La pasticceria libanese ha come base l’integrazione di miele, burro, panna, pistacchio e mandorle che vanno a formare diverse delizie, tra i più tradizionali troviamo Halawat al Jeben dolce a base di formaggio impastato con semolino e sciroppo di zucchero e poi riempito con la crema Ashta (crema dolce al sapore di fiori d’arancio) e il Backlawa un dolce ricco di zucchero e frutta secca. Tra le bevande ci sono: il Qahwa Baida, conosciuta come il caffè bianco, è un infuso con acqua calda aromatizzata con fiori d’arancio; Arak è un liquore molto popolare al gusto di anice; Jallab bevanda dolce preparata con melassa d’uva, datteri e acqua di rosa guarnita con pinoli; Château Ksara è il più famoso e antico vino del Libano.
Attualmente non è richiesta alcuna vaccinazione per viaggi in Libano. In ogni caso, si consiglia di consultare l’Ufficio di Igiene della propria città o il proprio medico. Per maggiori informazioni visita il sito del Ministero della Salute www.salute.gov.it e/o il sito del Ministero degli Affari Esteri www.viaggiaresicuri.it
Conosciuta in passato come la Parigi del Medio Oriente, Beirut è una città ricca di contraddizioni dove una raffinata architettura coesiste con edifici di calcestruzzo, le case tradizionali con i loro bei giardini profumati di gelsomino sono soppiantate dagli edifici moderni. Oggi Beirut è una città palpitante, piena di vita e di fascino. La visita del quartiere Beirut downtown rende idea di quel che ha passato durante la guerra, ci sono parti restaurate e altre dove sono evidenti le tracce della tragedia.
Place des Martyrs è il cuore della città con la Statua dei Martiri e la Grande Moschea costruita in epoca bizantina come chiesa dei crociati, è stata trasformata in una moschea nel 1291. Uno dei simboli più fotografate di Beirut sono gli Scogli del Piccione, una attrattiva naturale composta da rocce a forma di arco al largo della costa, dove i locali hanno l’abitudine di riunirsi per ammirare il tramonto. Da non perdere una passeggiata lungo la Corniche, la strada che costeggia il Mediterraneo, dove ci si può fermare per un caffè o per assaggiare i prodotti locali.
Baalbek, 86 km a nord-est di Beirut, originariamente dedicata al dio Baal (adorato dai Fenici), da cui prese il nome, in seguito fu chiamata Heliopolis (Città del Sole) dai Greci; più tardi i Romani ne fecero un centro di culto del dio Giove. Durante l’epoca romana, Baalbek era la città principale della Siria. In tempi più recenti, i fondamentalisti islamici hezbollah, di tendenze marcatamente anti-occidentali, ne avevano fatto il proprio quartier generale, Baalbek è stata finalmente riaperta ai turisti solo un paio di anni fa. La città moderna è molto piccola, ma le rovine romane che si trovano qui formano probabilmente il più interessante sito archeologico del paese.
L’acropoli di Baalbek è una delle più grandi del mondo. Il complesso è lungo circa 300 m e ha due templi con portici, due cortili e un recinto sacro costruito durante il periodo di dominazione araba. Il Tempio di Giove, completato intorno al 60 d.C., è situato su un alto basamento in cima a una scalinata monumentale; rimangono solo sei delle colossali colonne (22 m), che danno comunque un’idea della dimensione grandiosa dell’edificio originale. Il vicino Tempio di Bacco, costruito intorno al 150 d.C., è abbastanza ben conservato. All’esterno dell’area principale c’è il minuscolo e delizioso Tempio di Venere, un meraviglioso edificio circolare con colonne scanalate.
L’antica Tyro, sulla costa meridionale del Libano, fu fondata dai Fenici nel III millennio a.C. Originariamente consisteva in un insediamento sulla terraferma e di una città su un’isola, ma queste due strutture furono poi riunite nel IV secolo a.C. da una strada rialzata che trasformò l’isola in una penisola. Ai tempi dei Fenici era famosa per le tinture color rosso porpora e la lavorazione del vetro; oggi è conosciuta e apprezzata per le rovine romane.
La zona vecchia di Tyro si trova sulla penisola, mentre la città moderna sulla terraferma. Più a sud si giunge al sito archeologico di All-Bass, dove si trovano i resti più impressionanti di Tyro, tra i quali spicca una strada ben conservata che passa attraverso un’arcata monumentale. Da una parte la strada è costeggiata dalle tracce di un antico acquedotto, mentre da entrambi i lati ci sono centinaia di sarcofagi di pietra e marmo riccamente decorati e scolpiti. L’ippodromo, costruito nel II secolo d.C., era uno dei più grandi del periodo romano e poteva ospitare fino a 20.000 persone; al suo interno, ogni estate si svolge un festival. Tyro si trova a soli 20 km dal confine israeliano, e durante i periodi di tensione la zona circostante è particolarmente colpita dall’artiglieria israeliana. È saggio evitare la zona quando la tensione è alta; in altri momenti, una visita alla città è considerata sicura.
Il villaggio di Bcharré si trova a circa 30 km da Tripoli nell’entroterra, forse lo scenario più bello del Libano. La strada sale tortuosamente le pendici della montagna e, di tanto in tanto, dietro i tornanti compaiono improvvisamente gole spettacolari. I villaggi di case dai tetti con le tegole rosse sono appollaiati in cima alle colline o si sporgono pericolosamente dai fianchi della montagna; a ogni svolta della strada si aprono di fronte agli occhi splendide vedute di boschetti di olivi, vigneti, valli lussureggianti e alte vette.
Il villaggio di Bcharré ospita il Museo Gibran, dal nome del famoso scrittore/artista nato qui e sepolto in un vecchio monastero che domina la città. Il museo espone una ricca collezione dei suoi dipinti a olio, disegni e pitture a guazzo, come anche molti dei suoi manoscritti. Se ne può visitare la tomba conservata nella cappella principale del monastero; nella stessa sala ci sono una tavola, una sedia e altri oggetti che gli sono appartenuti. Sotto Bcharré, la spettacolare Gola di Kadisha ospita le tombe dei primi patriarchi maroniti, come anche i monasteri costruiti nella roccia. La gola, con i suoi numerosi sentieri, è un paradiso per gli escursionisti.
Per raggiungere la valle dei Cedri, si parte da Tripoli e si raggiunge l’entroterra in direzione di Bcharré. Raggiunto il villaggio si sale dove la strada si inerpica verso l’ultima foresta rimasta dei biblici Cedri, conosciuta nel posto come Arz Ar-rab (i cedri di Dio). Questa è solo una piccola foresta: un tempo l’albero cresceva in tutto il paese, ma l’intenso sfruttamento subito ne ha ridotto in modo impressionante la quantità. Alcuni di questi alberi hanno 1500 anni e oggi il luogo è considerato monumento nazionale.
L’antica Byblos, che si trova circa 40 km a nord di Beirut, sulla costa, è una delle città che sono state ininterrottamente abitate nel corso dei secoli. Byblos era già abitata 7000 anni fa, durante il periodo Neolitico. Nel terzo millennio a.C. divenne il più importante porto commerciale della zona, da dove partivano carichi di legno di cedro e olio destinati all’Egitto. È stato il principale centro fenicio fino al X secolo a.C.: qui si sviluppò l’alfabeto lineare, precursore dei moderni alfabeti. Invasa dai Persiani, da Alessandro Magno, dai Romani, dai Bizantini e dagli Arabi, Byblos cadde nell’oblio dopo essere stata presa e poi abbandonata dai crociati.
Prima della guerra civile Byblos era una tappa obbligatoria nel circuito del jet-set. Ora, fortunatamente, lo storico porto e la pittoresca città vecchia non sono andati distrutti. Alle rovine si accede, a sud della città vecchia, attraverso i resti del Castello dei Crociati, che domina i bastioni medievali della città. Ci sono resti di capanne risalenti al V millennio a.C., il tempio di Baalat Gebal del 2800 a.C., un tempio a forma di L del 2700 a.C., due tombe reali e un tempio dell’inizio del II millennio a.C., e un anfiteatro di epoca romana.
Tra le altre cose da visitare a Byblos c’è il Museo delle Cere, che ritrae la storia e la cultura del Libano in una serie di quadri plastici piuttosto bizzarri e che talvolta fanno rabbrividire. Nei pressi troviamo la Chiesa di S. Giovanni Battista, costruita dai crociati. Il souk (mercato) locale è vivace e la spiaggia è splendida, con alcune rovine sottomarine. A Byiblos ci sono solo pochi alberghi, ma è pieno di locali dove andare a mangiare.
Tripoli, 86 km a nord di Beirut, è la seconda città in ordine di grandezza del Libano, oltre a essere il porto e il centro commerciale principale del Libano settentrionale. Sebbene sia più moderna del resto del Libano, le attrattive di Tripoli sono la storia medievale e l’architettura dei mamelucchi. È sopravvissuta alla guerra civile meglio della maggior parte delle altre città libanesi e serba intatto il suo fascino arabo con quei suoi vicoli stretti, i ‘souk‘, il lento procedere del tempo e la cordialità della gente. Tripoli è anche famosa per essere la ‘dolce capitale’ del Libano: ogni visita sarebbe incompleta senza una puntatina a uno dei negozi di dolci gustosamente appiccicosi.
La città è suddivisa in due settori principali: Al-Mina, la zona del porto che si protende sul mare, e la città vera e propria. Il centro corrisponde a Sahet et-Tall, una grande piazza dove troverete la stazione degli autobus e posti dove andare a dormire e a mangiare. La Città vecchia si estende a est ed è un labirinto di vicoli stretti, souk colorati, hammam (bagni turchi), khan (caravanserragli), moschee e scuole di teologia. È una zona vivace dove gli artigiani continuano a lavorare come facevano fin dal XIV secolo. È anche la patria della favolosa architettura mamelucca, compresa la Moschea Taynal del XIV secolo, la Al-Qartawiya Madrassa e l’intricata mihrab (nicchia della preghiera) della Moschea e Madrassa Al-Burtasiya.
Originariamente costruita nel 1103 dai crociati, la Cittadella di Raymond de Saint-Gilles domina la città con le sue torri; gravemente danneggiata da un incendio nel XIII secolo, parzialmente ricostruita nel XIV secolo, da allora è stata modificata molte volte, ma è tuttora un monumento imponente. In Al-Mina vale la pena di cercare la Torre del Leone, l’unico esempio sopravvissuto di un gruppo di strutture costruite dai mamelucchi per difendere la città.
A circa 50 km a sudest di Beirut si trova Beiteddine (Casa della Fede), il cui nome si riferisce al villaggio e al magnifico complesso di palazzi che ospita. Il palazzo, arroccato su un’altura di 850 m, si erge dal paesaggio circostante come una visione da favola: una delizia scherezad resa con un gusto italiano (gli architetti erano infatti italiani). La costruzione del palazzo iniziò nel 1788 e fu completata nei trent’anni successivi, durante i quali l’Emiro Bashir, il governatore ottomano, diresse i lavori di un monumento che avrebbe riflesso il potere e la gloria del suo regno.
Chi visita Beiteddine deve essere riconoscente alla mania di grandezza ottomana. Il risultato è uno dei più alti esempi ancora esistenti dell’architettura libanese del XIX secolo, che neanche l’invasione israeliana ha potuto distruggere (si calcola che il 90% dei tesori rari e preziosi del palazzo siano andati persi). La sua grandezza è dovuta in parte ai tre cortili principali, alle stalle a volta, ai piccoli musei, agli appartamenti per gli ospiti, alle fontane, ai portali e agli intarsi di marmo e agli hammams (bagni) a cupola lussuosamente decorati che abbelliscono il complesso, e in parte alle collezioni di mosaici bizantini. Molti furono presi dall’antica città di Porfirione e tenuti a Beiteddine come portafortuna durante la guerra. Sono considerati una delle collezioni di mosaici più spettacolari nel Mediterraneo orientale, se non nel mondo.Ogni estate in luglio e agosto, il villaggio ospita un festival che permette l’incontro eclettico di musicisti, cantanti, ballerini e attori internazionali e arabi.
A circa 40 km da Beirut, nell’entroterra, Zahlé è un’affascinante e attraente località turistica situata sulle rive scoscese del Fiume Birdawni. Ci sono letteralmente decine di ristoranti all’aria aperta che costeggiano il fiume nella parte alta della città. Durante la stagione estiva sono pieni di gente del luogo, o proveniente da Beirut, che si gode una delle migliori cucine del paese. Zahlé è anche il posto in Libano dove bersi un arak, l’acquavite locale, che è un brandy fermentato prodotto con i residui della spremitura dell’uva e aromatizzato all’anice. È un liquore limpido e puro che inebria rapidamente ma, se gustato a piccole dosi, può essere piacevole.