Tour Israele e Viaggi Israele. NBTS Tour Operator vi propone una vasta selezione di viaggi organizzati Israele. Scegli tra i tour Israele di 5 giorni con visita di Gerusalemme, Tel Aviv e Mar Morto. Oppure i nostri Viaggi Israele di Gruppo, tour di gruppo a date fisse di Israele di 8 giorni con guida parlante italiano. Per chi vuole viaggi esclusivi proponiamo tour individuali guidati, con soggiorni in hotel selezionati per scoprire le città, la storia e archeologia in Israele. Archeologia Ecoturismo per i vostri Viaggi organizzati Gerusalemme e Israele.
Un Tour in Israele rimane nel tempo come un prezioso ricordo. Viaggi organizzati a Gerusalemme, con visita di Nazareth, Betlemme e nei principali luoghi della Terra Santa citati nella Bibbia. Un viaggio a Gerusalemme può dare certezze e conferme ai pellegrini, porta alla meditazione e alla preghiera per i fedeli delle 3 principali religioni monoteiste. Gerusalemme viaggio organizzato dove ogni immaginazione, la più ardente, la più profonda, scompare nell’ombra dei sottopassi a voltoni di Gerusalemme. Oppure a Masada, tra il bianco del sale sulle pietre lambite dall’acqua nel Mar Morto. Nella nebbia lieve che avvolge il Lago di Tiberiade come un turbante, quando il tramonto trasfigura i colori del cielo e li stempera nella vellutata quiete notturna dei Kibbutz.
NBTS è tra i Tour Operator specializzati in Medio Oriente, vi propone una vasta scelta di itinerari per visitare Israele e Gerusalemme. Israele Tour Operator. Viaggi Organizzati Israele, con guida in italiano. Viaggi Israele di Gruppo e Viaggi di lusso in Israele. Catalogo Israele Viaggi Organizzati, una selezione di itinerari di viaggio e Tour di Israele per scoprire i luoghi della Terra Santa.
Passaporto con validità di almeno sei mesi dalla data di ingresso nel Paese. Il visto non è necessario per soggiorni inferiori ai 90 giorni. Poiché alcuni paesi non permettono l’ingresso a chi abbia un visto israeliano sul passaporto, i viaggiatori interessati possono richiedere che il visto non venga apposto al momento dell’arrivo in aeroporto, in questo caso le autorità israeliane consegnano un piccolo tagliando con i dati del viaggiatore e i termini del visto da esibire in particolare in caso di ingresso nei Territori Palestinesi. Si raccomanda di conservare tale tagliando sino al momento del rientro in Italia.
Caldo e secco da aprile a ottobre. Mite da novembre a marzo e si fa più fresco e secco nelle zone collinose. Lungo la costa inverni miti ed estati umide; nelle regioni collinari inverni freddi ed estati secche; nella Valle del Giordano inverni miti ed estati calde e secche; nel Negev clima semidesertico tutto l’anno con punte fino a 50° C. Gerusalemme ha in parte un clima continentale: le temperature hanno una forte escursione sia annuale che giornaliera, le precipitazioni, assenti d’estate, sono abbondanti in inverno. Una maggiore umidità è presente a Tel Aviv e nella zona del Lago di Tiberiade con temperature medie intorno ai 30° C.
Capi pratici ed informali, scarpe comode e/o da trekking e sandali, abiti più formali per la sera, k-way, costume da bagno, occhiali da sole, cappello, creme solari, collirio, coltellino multiuso, farmaci di uso personale. Abbigliamento pesante in inverno e per le sere nel deserto. Anche in estate bisogna portare pantaloni/gonne lunghe e un foulard per gli ingressi nei luoghi sacri.
GMT+2: 1 ora in più (rispetto all’ora solare italiana); GMT+3: 1 ora in più (rispetto all’ora legale italiana).
230V 50Hz con spine di tipo C (europea a 2 poli) ed H (israeliana a 3 poli).
L’ebraico moderno e l’arabo sono le due lingue ufficiali. Si parlano anche l’inglese (molto diffuso), il francese e il russo.
Il nuovo siclo israeliano (codice ISO: ILS) è la valuta ufficiale di Israele, emessa dalla Banca d’Israele. Il simbolo utilizzato è “₪”, e la valuta è comunemente abbreviata come “NIS” (New Israeli Shekel). È suddiviso in 100 agorot. Le banconote, che variano da 20 a 200 sicli, raffigurano personaggi storici e culturali, come poeti e leader politici israeliani, mentre le monete sono utilizzate per tagli più piccoli.
Il siclo israeliano è una valuta forte, sostenuta da un’economia avanzata con settori chiave come tecnologia, difesa e innovazione. I pagamenti avvengono sia in contante che attraverso un sistema finanziario moderno, con carte di credito e soluzioni digitali ampiamente diffuse. È la valuta principale per tutte le transazioni, e l’uso di valute straniere è limitato alle operazioni di cambio.
Lo shopping in Israele è diverso a seconda di dove si va. Sul Mar Morto, per esempio, si trovano ottimi prodotti cosmetici derivati da fanghi e acque della zona. A Gerusalemme si possono acquistare ceramiche armene bianche e blu oppure oggetti artigianali in legno d’ulivo. A Tel Aviv si punta invece sull’abbigliamento degli stilisti israeliani, o anche sulle opere d’arte dei giovani emergenti. Altri prodotti da riportare a casa sono i gioielli con diamanti o malachite, spezie e datteri o souvenir religiosi come i candelabri a sette braccia o gli scialli da preghiera.
Il piatto tipico più onnipresente sono i falafel, di origine araba, palline di ceci tritati aromatizzati da spezie e servite nella pita (il tipico pane) con verdure fresche e salse. Si possono assaggiare anche nelle bancarelle a ogni angolo di strada. Anche l’humus, una purea sempre di ceci cotti, con pasta di sesamo, è un piatto caratteristico della cucina araba. Lo shawarma è invece carne di pecora o di tacchino cotta lentamente su un grande spiedo e servita con pita, verdure e salse. Ovviamente, soprattutto a Gerusalemme, sono molti i ristoranti di cucina kosher, che seguono le regole dettate dalla religione in materia di cibo. Tra le bevande è sempre più diffuso il vino, con eccellenti etichette locali. In generale, la maggior parte dei ristoranti chiude il venerdì sera e riapre il sabato non prima delle 20).
Attualmente non è richiesta alcuna vaccinazione per viaggi in Israele. In ogni caso, si consiglia di consultare l’Ufficio di Igiene della propria città o il proprio medico. Per maggiori informazioni visita il sito del Ministero della Salute www.salute.gov.it e/o il sito del Ministero degli Affari Esteri www.viaggiaresicuri.it
Capitale spirituale per milioni di persone di fedi diverse, centro di grandissima importanza storica, culturale e religiosa, luogo d’incontro di grandi civiltà,
Gerusalemme
è una città unica, sicuramente una delle più affascinanti del mondo. Divisa in tre parti, la Città Vecchia, Gerusalemme est e la Città Nuova, offre una tale quantità di monumenti storici e religiosi che è praticamente impossibile anche solo elencarli in poche righe.Basta ricordare che nella
Città Vecchia
troviamo, a breve distanza l’uno dall’altro, alcuni fra i maggiori centri di spiritualità per Ebrei, Cristiani e Musulmani: il Muro del Pianto, ultima vestigia del Secondo Tempio distrutto dai Romani nel 70 d.C., la Chiesa del Santo Sepolcro nel luogo dove la tradizione vuole che sia stato crocefisso Gesù Cristo, la Cupola della Roccia, da cui, secondo i fedeli dell’Islam, Maometto sarebbe asceso direttamente al cielo per sedere accanto ad Allah.E poi tanti luoghi e e tanti nomi comunque familiari, come il
Monte degli Ulivi
o il Monte Sion. Ma in questa città basta poco per sentirsi immediatamente trasportati al di fuori del tempo presente: una passeggiata lungo le mura della città vecchia, una camminata lungo il Cardo – perfetta ricostruzione della via principale della città come era migliaia di anni fa – una visita ai resti dell’antica città residenziale, dove si ergeva la dimora di Re Erode.Grandissima la quantità di musei di ogni tipo, fra questi, va segnalato il
Museo d’Israele
, il più importante del paese che spazia dall’arte moderna ai reperti del periodo preistorico. L’ala più suggestiva del museo è sicuramente il Santuario del Libro che espone alcuni dei celebri Manoscritti del Mar Morto risalenti a 2000 anni fa e rinvenuti casualmente in una grotta nel 1947. Gerusalemme non è però solo passato. Città severa e poco incline alle frivolezze – al contrario della sua “avversaria” Tel Aviv – offre comunque spettacoli, concerti, occasioni di ritrovo ed è anche, con i suoi tradizionali suk e i suoi moderni centri commerciali, un vero paradiso per chi vuole fare shopping.
Frivola, mondana, forse un po’ fatua. Per di più terribilmente giovane. In un’area che pullula di località che rivendicano il titolo di città più antica del mondo, Tel Aviv, con il suo secolo scarso di vita, è praticamente un infante. Guardata con sospetto dai cultori dell’intensa spiritualità di Gerusalemme, questa città è l’altra faccia d’Israele: molto simile alle altre grandi metropoli occidentali, moderna, proiettata verso il futuro e poco legata alla tradizione, proprio come gli ebrei di origine europea che la prediligono e di cui meglio rispecchia lo stile di vita.
Nata sulle dune del deserto all’inizio del secolo come sobborgo della più antica Jaffa, Tel Aviv si è sviluppata con una velocità inattesa trasformando Jaffa in un proprio sobborgo e divenendo il centro della vita politica, economica e culturale israeliana. Se non offre elementi di particolare interesse storico-archeologico, Tel Aviv affascina con la sua animazione, il suo sovrapporsi di stili architettonici diversi, la sua intensa vita culturale e mondana soprattutto notturna, le mostre, i cinema, i teatri, i concerti, i locali, i night-club.
Fra le maggiori attrattive la Torre Shalom (il nome non inganni, in realtà è un modernissimo grattacielo) dalla cui cima si può ammirare l’intera città con i suoi sobborghi, la Grande Sinagoga, il Museo della Diaspora (Bet Hatefusot) che ambisce a ricostruire la storia del popolo ebraico. Molto più antica, ma ampiamente restaurata, l’antica citta portuale di Jaffa da cui, secondo la tradizione, salpò Giona per il viaggio che lo portò nel ventre della balena. Oggi è soprattutto il luogo ideale per trascorrere una piacevole serata, magari di fronte a un ottimo piatto di pesce.
Nelle intenzioni del suo fondatore – il famigerato Erode il Grande – avrebbe dovuto essere la città più grande e splendente del mondo e la dedica all’imperatore Cesare Augusto era il segno dell’assoluta fedeltà del potente re locale all’Impero. Nata probabilmente nel IV secolo a.C., rimase a lungo un modesto villaggio di pescatori prima di entrare nel mirino di Erode. Dopo i consueti “passaggi di mano” – dai Romani agli Arabi ai Crociati poi ancora agli Arabi – venne completamente distrutta nel 1261 e solo secoli dopo, nella seconda metà dell’800, ne vennero individuate le rovine.
Numerosissimi i siti di interesse archeologico: l’anfiteatro romano che conserva un’iscrizione in cui si cita il governatore Ponzio Pilato (è una iscrizione di eccezionale importanza perché è l’unica prova storica documentata dell’esistenza del personaggio), la città crociata risalente al XII secolo, la via bizantina, l’ippodromo (dove pare che nel IV secolo si svolgessero rinomatissime corse di cavalli cui venivano ad assistere anche 20.000 spettatori) e gli acquedotti risalenti al IV o V secolo.
Nel periodo medioevale era meglio conosciuta come Acri, la cittadella dei crociati, la roccaforte occidentale nel cuore del mondo arabo, che tenne a lungo questa posizione fino a quando, nel 1291, la superiorità numerica dei mammalucchi la costrinse alla resa. Si risolse invece in un fallimento il tentativo di conquista, secoli dopo, di Napoleone che si era evidentemente reso conto della sua importanza. I motivi di maggior interesse storico archeologico di Akko sono concentrati nella città vecchia in cui abita prevalentemente la popolazione araba.Da visitare assolutamente la città crociata sotterranea, che originariamente era al livello del suolo ma che oggi, dopo le numerose ricostruzioni, è 8 metri al di sotto della superficie. Formata da una serie di sale con il soffitto a volta che riportano il visitatore indietro di secoli, era il luogo di soggiorno dei cavalieri crociati e comprendeva fra l’altro la Cripta dei Cavalieri, una sala da pranzo dove si ritiene abbia mangiato anche Marco Polo, il Gran Meneir (il centro amministrativo dei crociati), e l’Infirmorum (l’ospedale). Suggestive anche le passeggiate lungo le mura, costruite nel 1799 dopo il fallito attacco napoleonico.
L’atmosfera rilassante e riposante di questa città, posta sulle rive del lago omonimo, era già ben nota ai Romani che ne fecero una delle più rinomate località di villeggiatura dell’epoca. Nello stesso tempo però divenne anche uno dei più importanti centri di cultura ebraica, in particolare sede di scuole rabbiniche dedicate ad approfonditi studi della Torah. Questa doppia vita le è rimasta congeniale anche oggi. Infatti, Tiberiade è meta prediletta sia del devoto pellegrino in cerca di ristoro spirituale sia di chi è attratto dal bel clima, dalle cure termali e dalla animata vita notturna.Fra le vestigia più significative si ricordano i resti delle Mura della città vecchia in basalto nero fatte erigere nel 1738 da Daher al-Omar, uno sceicco arabo che creò un feudo indipendente con capitale Tiberiade, la Chiesa francescana di San Pietro, costruita nel XII secolo dai Crociati, le Terme Romane, i cui resti, risalenti al IV secolo d.C. sono stati riportati alla luce dagli scavi archeologici, e le sorgenti calde di Hammat Tiberias, già celebrate dai Romani e tuttora in funzione in un moderno ed efficiente complesso.Le numerose tombe di illustri rabbini sono luoghi di grande venerazione per gli ebrei più osservanti, che vi giungono in pellegrinaggio e preghiera: la tomba del Rabbino Meir Ba el’Hanes, vissuto nel II secolo d.C., del rabbino Akiva, ucciso dai Romani durante la rivolta del 135 d.C. e, soprattutto, del rabbino Moshe Ben Maimon, (meglio noto da noi come Maimonide) nato in Spagna e considerato uno dei maggiori filosofi ebrei del XII secolo. Tiberiade è anche un ottimo punto di partenza per una visita a Cafarnao, che conserva fra l’altro le rovine di un’antichissima sinagoga, risalente probabilmente al I secolo d.C.
Ben diciotto città si sono sovrapposte l’una sull’altra in oltre 5000 anni di ininterrotte distruzioni e ricostruzioni. Purtroppo, la città attuale non è sicuramente una delle più affascinanti e poco ha a che vedere con quella che gli antichi saggi definivano la “porta del giardino dell’eden”. Non mancano però importanti resti archeologici che meritano una visita. Fra questi, il grande anfiteatro romano che poteva contenere fino a 6000 persone e particolarmente ben conservato. Il complesso archeologico, che comprende anche un tempio, una basilica, un ninfeo e una grande via colonnata romana, può essere ammirato dall’alto di una collina adiacente. Da ricordare, nei dintorni della città, i resti dell’antica sinagoga di Bet Alpha, (VI sec. a.C.) e le rovine del castello crociato di Belvoir (XII sec.) con una splendida vista sulle valli e i monti circostanti.
Del tutto morto non è, visto che vi dimorano numerose specie di microorganismi, ma certo non vi vedrete mai guizzare un pesce. Colpa dell’altissima concentrazione di sali, dovuta alla forte evaporazione, che rende le sue acque così dense – il 30% di salinità contro il normale 4% delle acque marine – da permettere a un uomo di galleggiare tranquillamente senza fare alcun movimento. Celebrato fin dall’antichità per le sue particolari proprietà, il Mar Morto ha avuto per molti secoli fama di luogo maledetto per la sua assenza di vita e solo a partire dalla seconda metà dell’800 è stato sfruttato sia come fonte di minerali, soprattutto di potassio, sia per i poteri salutari delle sue acque (chi desidera immergersi deve comunque prendere varie precauzioni, ad esempio evitare di mettere gli occhi a contatto con l’acqua).Ridotto a un quarto della sua grandezza originale, soprattutto per l’utilizzo massiccio delle sue acque che ne fanno Israeliani e Giordani, il Mar Morto va ricordato, oltre che per l’irripetibile esperienza dell’immersione nelle sue acque, per alcune interessanti località attorno alle sue coste: fra queste, la lussureggiante oasi di
Ein Gedi
con la riserva naturale del Nahal David, dove si aggirano indisturbati molti animali del deserto, e le imponenti rovine della fortezza di
Masada
.
Quando i Romani montarono le rampe per penetrare nella roccaforte, gli ebrei, che si erano asserragliati al suo interno, preferirono incendiare tutto ciò che avevano e darsi la morte l’un l’altro piuttosto che cadere, o far cadere qualcosa, nelle mani di coloro che consideravano invasori e oppressori. Si era intorno al 70 d.C. e questo tragico evento, che segnò anche la fine della presenza ebraica in Galilea, diede il nome al “complesso di Masada” che contraddistingue coloro che preferiscono la morte alla resa e alla caduta in schiavitù.Certamente, le rovine della città – un ripido altopiano che si affaccia sul Mar Morto – riportate alla luce solo negli ultimi decenni dopo che il deserto ne aveva per secoli cancellato ogni traccia, mostrano una costruzione fortificata di grande fascino. Se gli appassionati di archeologia dedicheranno sicuramente ore e ore alla visita di questo sito, anche il visitatore più refrattario non potrà restare indifferente di fronte all’imponenza di questo complesso, utilizzato dapprima come rifugio di lusso da Erode – basta vedere le raffinate residenze e le ville con tanto di piscina per capire che il famoso monarca non rinunciava alle comodità neanche nel pericolo – in seguito come roccaforte dagli Zeloti nella loro disperata resistenza ai Romani e infine, nel V secolo, dai monaci bizantini prima di venire abbandonata per sempre. Di grande suggestione, oltre alla visita della fortezza, lo spettacolo del sole che sorge sul Giordano e sul Mar Morto e che può ammirare chi raggiunge la vetta all’alba.
Nonostante abbia dato i natali a Gesù Cristo, la sua conversione al Cristianesimo è stata piuttosto tardiva, visto che fino al IV secolo a.C. Betlemme rimase un centro dedito essenzialmente ai culti pagani. Passata attraverso tutte le dominazioni che si sono succedute nella zona, Betlemme è oggi non solo meta di pellegrinaggi, ma è anche una città molto gradevole e circondata da suggestivi paesaggi naturali. Ovviamente, la sua parte monumentale è costituita soprattutto da edifici di carattere religioso, legati alle vicende narrate nei Vangeli.
Prima fra tutte la Chiesa della Natività, costruita dall’Imperatore Costantino sopra la grotta in cui sarebbe nato Gesù e modificata da Giustiniano nel 530, è rimasta sostanzialmente inalterata nella struttura nel corso di 1500 anni. Fra gli altri monumenti, la Cappella della grotta del latte, dove si sarebbe rifugiata la Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto e la Tomba di Rachele, che è oggetto di venerazione sia da parte degli Ebrei che dei Cristiani e dei Musulmani. Interessante l’escursione al Monastero Mar Saba, appena fuori città ma già in pieno deserto.