GHANA TOGO BENIN
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In Africa occidentale si scoprirà un area tra le più accattivanti di tutto il continente, con popoli tribali legati dalla storia e dalla religione Vudù. Questa pratica molto diffusa non è stregoneria ma una vera e propria religione ancestrale legata allo spirito della terra e a riti di ringraziamento per dei e defunti, fatti di danze e ritmi frenetici, maschere che passeggiano danzano corrono, corti reali e dignitari parati a festa. La sua storia è legata al commercio degli schiavi di Portogallo e Olanda, che arrivarono nell'area nel tardo XV secolo e al regno Africano di Dahomey, che copriva una larga parte di questa regione.
Tour Ghana Togo Benin
Viaggio Ghana Togo e Benin, tour culturale in Africa Occidentale con la partecipazione al festival Akwasidae e iniziazioni Dipo.
Durata: 12 giorni / 10 notti
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Partenze di Gruppo: da comunicare
Tour Togo Benin e il festival del vudù di Ouidah
Viaggio in Togo e Benin, tour culturale in Africa Occidentale con la partecipazione al festival vudù di Ouidah.
Durata: 12 giorni / 10 notti
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Partenze di Gruppo: da comunicare
Tour Ghana Togo Benin, festival del miglio
Viaggio Ghana Togo e Benin, tour culturale in Africa Occidentale con la partecipazione al festival del miglio e Akwasidae.
Durata: 14 giorni / 12 notti
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Partenze di Gruppo: da comunicare
Cosa Vedere
Ouidah
Ouidah, che fino al 1908 era l'unico porto marittimo del Benin, e’ la capitale del vudu’ e il luogo piu’ visitato del paese dopo Cotonou. E’ una citta’ di importanza storica e culturale e vi si trovano diversi templi e musei, come il Musee d'Histoire d'Ouidah (detto anche Museo del Voodoo). Inoltre a Ouidah si trovano il parco della Foresta Sacra e l'altrettanto sacra Route des Esclave (Via degli Schiavi), dal valore storico e simbolico: gli schiavi percorrevano questa strada di 4 km dalla citta’ fino alle splendide spiagge, dove erano imbarcati sulle navi. La via e’ oggi costeggiata di feticci, statue e piccoli villaggi. Ouidah si trova a 40 km da Cotonou lungo la strada principale per il Togo.
Celebrazione voodoo
Religione tradizionale del litorale del golfo di Guinea In tutto il litorale del Benin e del Togo il vudù è la religione animista di riferimento, tramandata dagli antenati e ancora praticata con fervore. Quest’esperienza religiosa è molto più ricca e complessa di quanto ritenuto dagli occidentali, secondo i quali il vudù sarebbe solo una banale forma di magia nera. Si tratta invece di una religione che dà senso e ordine alla vita di milioni di persone, qui e altrove nel mondo. Nelle città e nei villaggi si può assistere a cerimonie durante le quali, tra percussioni e canti, i Vudù invocati s’impossessano di alcuni adepti, dando luogo ad autentiche manifestazioni di trance. A Lome, la capitale, la quantità e qualità delle gallerie d’arte africana, sia tribale che contemporanea, ne fanno uno dei principali centri di transito d’antiche terrecotte, statue, maschere rituali, ma anche di artigianato e pittura contemporanea.
Tutte le manifestazioni di forza indefinibili, tutti i fenomeni che oltrepassano i limiti dell’ immaginazione e dell’intelligenza umana sono considerati come vudù, ovvero come ciò che è nascosto o misterioso. Nato in Africa dell’Ovest, questo culto é stato esportato verso Haiti, Cuba ed il Brasile dagli schiavi imbarcati verso le Americhe dal porto di Ouidah, al tempo del potente regno di Dahomey. Le celebrazioni della giornata del 10 gennaio sono molto sentite dalla popolazione e raccolgono una larghissima partecipazione. Girovagando tra la folla e gli altari, sulla spiaggia di Ouidah, ci si imbatte in vere e proprie dimostrazioni di possessioni, in riti autentici e in sacrifici propiziatori, in cui il raccoglimento e la spiritualità dei preti stridono con il turbinio di danze, colori e suoni della frastornante e caotica cornice, fatta dal viavai tutto intorno e dai movimenti sfrenati degli spiriti zangbeto e degli egugun.
Valle dei Tamberma
Il villaggio di Kande’, circa 30 km a sud di Keran lungo la strada internazionale, segna il margine settentrionale del tratto piu’ panoramico della carrozzabile e, soprattutto, e’ il punto di partenza per visitare la valle popolata dai tamberma, che si estende una trentina di chilometri a est. I viaggiatori che non dispongono di un proprio mezzo di trasporto di solito coprono a piedi le strade sterrate che conducono ai villaggi; tale soluzione non solo e’ piu’ interessante, ma in genere induce gli abitanti a riservare un'accoglienza piu’ calorosa.
La tipica casa dei tamberma, detta 'tata', e’ composta da una serie di torri collegate l'una all'altra da uno spesso muro con un'unica porta che da’ sull'esterno. Nei tempi antichi tale struttura fortificata serviva a respingere le invasioni delle tribu’ vicine e, alla fine del XIX secolo, dei tedeschi. All'interno c’e’ una grande terrazza sollevata fatta di tronchi coperti d'argilla; qui gli abitanti della casa cucinano, fanno essiccare il miglio e il mais e trascorrono gran parte del loro tempo libero. Le torri, che hanno forma di cono, servono a immagazzinare i cereali, mentre le altre stanze fungono da camera da letto e da bagno; una di esse viene usata per cucinare durante la stagione delle piogge. Anche gli animali vengono tenuti al piano terra, al riparo dalla pioggia. Le case sono fatte di argilla, legno e paglia e rimangono abbastanza fresche per tutto il giorno, diversamente dalle moderne abitazioni di calcestruzzo erette nei villaggi meno tradizionali.
I tamberma di solito indossano abiti molto succinti e si infastidiscono quando i turisti li fissano, ma se manterrete un atteggiamento discreto puo’ darsi che qualcuno vi inviti nella sua casa. L'interno e’ molto buio: c’e’ soltanto luce a sufficienza per non cozzare contro le pareti e gli oggetti. Notate i teschi di animali che fungono da feticci appesi alle pareti e al soffitto e il minuscolo altare usato per i sacrifici.
Kumasi
Kumasi, antica capitale del regno degli ashanti, e’ tuttora il cuore della regione omonima e la sede del piu’ grande centro culturale dell'Africa occidentale, il palazzo del re Ashanti. A queste attrattive si aggiunga il richiamo di uno splendido panorama circostante movimentato da colline verdeggianti e di un vasto mercato centrale rumoroso e animato come tutti i mercati africani.
Con una passeggiata di dieci minuti in direzione ovest rispetto al mercato si raggiunge il luogo di maggiore interesse della citta’, il National Cultural Centre. Il vasto complesso comprende un affascinante museo della storia degli ashanti, una biblioteca molto frequentata, un eccellente negozio di artigianato locale e un centro esposizioni. Il complesso propone lezioni di danza e di percussioni (tamburi) tradizionali. Uno degli oggetti di maggiore interesse custodito nel salone delle esposizioni e’ il finto sgabello d'oro utilizzato dagli ashanti per fare uno scherzo agli inglesi; questi, avendo sentito dire che nello Sgabello d'Oro si concentrava il potere dell'impero, richiesero che venisse loro consegnato. Diversi decenni dovevano trascorrere prima che gli inglesi scoprissero di essere stati ingannati. Il vero sgabello d'oro, custodito nel Manhyia Palace ed esibito solo nelle grandi occasioni, e’ oggetto di tale venerazione che persino al re e’ proibito sedervisi sopra e non deve mai essere posato a terra. Nel museo c’ e’ una fotografia di questo preziosissimo cimelio.
Chi non ne puo’ piu’ del caldo puo’ dirigersi verso i vicini giardini zoologici dove un parco delizioso circonda uno zoo un po' triste – scimpanze’ in gabbia giocano con bottiglie di birra rotte. Fate attenzione a dove mettete i piedi perche’ coccodrilli e porcospini si aggirano liberamente all'interno dello zoo. Mezzo chilometro a ovest la Spada di Anokye sporge dal terreno esattamente nel punto in cui - secondo la leggenda - lo Sgabello d'Oro scese dal cielo a indicare l'inizio del popolo ashanti. La leggenda sostiene inoltre che il regno degli ashanti sia destinato a scomparire nel momento stesso in cui la spada venga estratta dal luogo in cui e’ conficcata.
Il Manhyia Palace, meglio conosciuto come Asantehene's Palace, e’ la residenza della piu’ alta autorita’ degli ashanti. I re di questo popolo non sono mai vissuti nel lusso e i visitatori spesso si meravigliano della scarsa pretenziosita’ del palazzo. L'attuale re vive in una residenza costruita in tempi piu’ recenti e situata immediatamente alle spalle dell'antica costruzione; portando un dono e informandovi cortesemente sulla possibilita’ di incontrarlo, non e’ detto che non possiate fare la sua conoscenza. Potreste anche programmare il vostro viaggio in Ghana in concomitanza con l'Adae Festival - se ne svolgono due ogni 42 giorni - quando i sudditi del re vengono a rendergli omaggio.
Gli artigiani dei villaggi intorno a Kumasi sono specializzati in lavori come l'oreficeria, la scultura in legno, la stampa e la tessitura delle stoffe. Il tessuto kente si trova a Bonwire, la ceramica a Pankrono, le sculture in legno ad Ahwiaa e il tessuto andinkra a Ntonso. Per spostarvi da un villaggio all'altro utilizzate un taxi privato o un tro-tro.
Sebbene situata piu’ di 200 km a nord-ovest della capitale, Kumasi e’ il secondo nodo stradale del paese in ordine di importanza e non presenta quindi alcun problema dal punto di vista dei trasporti. Kumasi e’ collegata diverse volte la settimana per via aerea con Accra e Tamale ed e’ servita regolarmente da ferrovia, autobus, taxi e tro-tro.
Abomey
Abomey, che concorre con Ouidah per il titolo di luogo piu’ interessante dei dintorni di Cotonou, fu la capitale del grande regno del Dahomey. Vale la pena di visitare il Palazzo Reale dei Fon che e’ stato restaurato e ospita un museo; gran parte degli edifici risalenti al XVII secolo vennero distrutti nel 1892 da un incendio e se ne conservano solo alcuni, comunque di grande bellezza e fascino. Il museo ospita strumenti vudu’, teschi, prodotti artigianali portoghesi e abitazioni tradizionali. Le fotografie sono rigorosamente proibite.Cotonou
Cotonou, di fatto la capitale del Benin, si sviluppo' soprattutto dopo l'abolizione della schiavitu’, quando la sua popolazione aumento’ per via del ritorno di molti abitanti originari del Benin, del Togo e della Nigeria. La zona dello Jonquet e’ popolatissima di bar e locali notturni allegri e colorati in cui si ascolta musica degli Stati Uniti, dell'Africa occidentale e del Camerun. Anche la gamma cittadina di ristoranti di cucina locale e internazionale e’ molto ampia, e non bisogna assolutamente perdersi il grande e pittoresco Grand Marche’ de Dantokpa, dove si vendono i prodotti piu’ diversi, dalle cassette vergini agli alimentari, dalle radio ai testicoli di scimmia fino ai feticci amorosi vudu’. Anche Cotonou sta entrando nel mondo di internet e vi sono locali dove collegarsi alla rete, anche se la connessione e’ spesso lenta e cara. Poco piu’ a nord di Cotonou, sul Lago Nokoue’ si trova Ganvie’, un villaggio palafitticolo di 12.000 abitanti. Nel XVIII secolo i Tofinu costruirono questo villaggio per proteggersi dagli attacchi dei Fon e dei Dahomey, le cui credenze religiose impedivano ai guerrieri di entrare in acqua. Sollevate di due metri dall'acqua si trovano case, ristoranti e addirittura un albergo, e i momenti migliori per visitare la cittadina sono l'alba e il crepuscolo. Gli abitanti non amano essere fotografati, quindi si prega di rispettarne la volonta’.Info sul viaggio
Per i cittadini italiani in viaggio in Ghana Togo e Benin, è necessario il passaporto valido 6 mesi dal momento della partenza. Viene inoltre richiesto il visto d'ingresso.
Attualmente è richiesta la vaccinazione contro la febbre gialla. In ogni caso, si consiglia di consultare l’Ufficio di Igiene della propria città o il proprio medico. Per maggiori informazioni visita il sito del Ministero della Salute www.salute.gov.it e/o il sito del Ministero degli Affari Esteri www.viaggiaresicuri.mae.aci.it
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