L’Algeria, offre uno dei luoghi più sconvolgenti del Sahara. Santuario preistorico, museo a cielo aperto, testimone delle grandi civilizzazioni nate in questo Eden dimenticato, ancor prima della costruzione delle piramidi. Decine di affreschi e pregevoli incisioni ci raccontano la storia di questi uomini, le loro credenze; ci parlano della flora e della fauna che li circondavano, quando il Sahara era un meraviglioso giardino dai fiumi ricchi di acque chiare e pure. Ma un viaggio in Algeria è anche un viaggio a ritroso nel tempo nelle antiche Mauretania e Numidia alla scoperta di due delle provincie romane d’Africa più importanti del Mediterraneo.
Tra le verdi montagne dell’Atlante si nascondono città romane dalla straordinaria bellezza, dove è ancora possibile passeggiare in solitaria tra i templi. I siti romani d’Algeria sono tutti patrimonio UNESCO e non hanno niente da invidiare a quelli più famosi della Libia. Scopriremo gli splendidi edifici conservati di Djemila tra le montagne dell’Atlante; Timgad, fondata dall’imperatore Traiano nel 100 d.C.; Lambesi, antica dimora della Legio III Augusta; i siti archeologici della costa a Tipasa e Cesarea, con le splendide ville lambite dalle acque del Mediterraneo e infine Algeri, con i suoi palazzi coloniali e l’antica kasbah. Il viaggio in Algeria settentrionale include anche la visita delle porte del Sahara con la Pentapoli Ibadita di Ghardaia, tanto amata da Le Corbusier per l’armonia delle sue architetture incuneate tra le vie tortuose, sede di uno dei gruppi islamici più antichi e particolari del mondo musulmano.
Ai cittadini italiani per l’ingresso in Algeria è necessario il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi al momento dell’arrivo nel Paese e con almeno una pagina intera libera. Qualora sul passaporto siano presenti timbri d’ingresso dello Stato d’Israele (paese con il quale l’Algeria non intrattiene relazioni diplomatiche), potrebbero riscontrarsi difficoltà al momento del controllo in frontiera.
Ad eccezione dei titolari di passaporto diplomatico o di servizio italiano, il visto d’ingresso in Algeria è obbligatorio. Salvo limitatissimi e straordinari casi eccezionali, le Autorità algerine non rilasciano visti in frontiera. I cittadini sprovvisti di un visto d’ingresso valido, infatti, vengono generalmente fermati in frontiera e, dopo i necessari accertamenti, espulsi. Al controllo passaporti è richiesta la compilazione di un modulo recante i dati anagrafici e i recapiti della persona, che viene poi ritirato dalla polizia di frontiera.
In Algeria, il Paese più grande dell’Africa, vi sono tre tipi di clima: il clima mediterraneo della costa con temperature miti tutto l’anno; il clima di transizione della fascia collinare e montuosa, un po’ più continentale e moderatamente piovoso; il clima desertico della vasta area occupata dal Sahara con caldo secco ed escursione termica tra il giorno e la notte. A volte però può soffiare il vento caldo dal deserto, il gergi, che scavalca le montagne provocando un crollo dell’umidità, e può essere accompagnato da sabbia e polvere; questo vento è più frequente in primavera e in autunno.
Il periodo migliore per visitare le città della costa e della fascia montuosa, è la primavera, e in particolare i mesi di aprile e maggio. Anche l’autunno è una buona stagione, in particolare il mese di ottobre, che però è più piovoso, meglio preferire settembre, che però può essere ancora molto caldo durante il giorno. Per visitare il deserto, la stagione migliore è l’inverno, da dicembre a febbraio, soprattutto nella parte meridionale: si dovrà mettere in conto il freddo notturno, ma di giorno splende il sole e la temperatura è piacevole. Nella parte settentrionale del deserto (v. Biskra), dato che in inverno è più probabile che faccia freddo, si possono preferire marzo e novembre.
La scelta del vestiario deve in generale rispondere a criteri di praticità, comodità, adattarsi al clima e all’ambiente. Si consiglia pertanto di optare per indumenti sportivi e molto comodi che consentano la più ampia libertà di movimento e non ostacolino la circolazione sanguigna con elastici o lacci troppo stretti, escludendo i capi in fibre sintetiche che impediscono la traspirazione corporea.
Un principio fondamentale da tenere presente quando si scelgono i capi di vestiario per questo tipo di viaggio è quello dell’abbigliamento “a strati”: è meglio infatti prevedere diversi capi leggeri da indossare, se necessario, sovrapposti. Tale tecnica consente di adeguare il grado di copertura corporea alle variazioni climatiche, e di ottenere un’efficace protezione contro gli sbalzi di temperatura e il vento. Trattandosi di un Paese musulmano è richiesto un abbigliamento adeguato durante le visite nelle moschee non è possibile indossare pantaloncini o gonne corte.
Consigliamo: maglie e camicie in cotone a maniche corte, abiti in cotone leggeri, pantaloni lunghi per la sera, pantaloni di tela o jeans comodi, calze in cotone e in lana con ricambi, scarpe da ginnastica resistenti e sandali, scarponcini alti alle caviglie per le camminate, calzature da riposo, copricapo in tela e foulard, borsa portadocumenti e porta-denaro tipo marsupio, torcia elettrica, borraccia termica (sempre utile durate le escursioni), un Kit da viaggio per il cucito, una piccola sveglia in quanto negli alberghi il servizio di sveglia telefonica è inaffidabile e spesso non viene fornito, un accendino.
Nel periodo invernale consigliamo un paio di maglioni pesanti per la notte, un pile. Per le notti o i tour nel deserto: una tuta pesante per la notte, 1 K-way, giacca a vento sacco a pelo medio-pesante e cuscino, una bacinella piccola pieghevole. Pe il periodo estivo anche costume da bagno, occhiali da sole meglio se con protezione laterale.
E’ la stessa dell’Italia, 1 ora in meno quando in Italia vige l’ora legale.
La corrente elettrica è a 230 volt e le prese di corrente sono di tipo C (a due poli) presenti anche in Italia e di tipo F (tedesco). Si consiglia di munirsi di adattatore universale.
La lingua ufficiale in Algeria è l’arabo berbero o algerino. Diffusi il francese, il berbero e le lingue derivate come il tamachek parlato dai tuareg.
La moneta ufficiale dell’Algeria è il Dinaro Algerino (DZD). In circolazione si trovano monete da 1, 2, 5, 10, 20, 50 e 100 dinari, e banconote da 100, 200, 500, 1000 e 2000 dinari. È consigliabile portare con sé contanti in euro o dollari americani da cambiare presso banche, uffici di cambio autorizzati o grandi hotel. Le carte di credito internazionali sono accettate solo nei principali alberghi e in alcune strutture turistiche, ma l’uso è limitato al di fuori delle grandi città.
Ricordate che le transazioni devono essere effettuate esclusivamente in dinari, in quanto il commercio in valuta estera è vietato. Conservate sempre le ricevute di cambio, poiché potrebbero essere richieste al momento del cambio di dinari residui in valuta estera prima del rientro. I bancomat sono presenti nelle principali città, ma potrebbero non essere sempre funzionanti o compatibili con circuiti internazionali, quindi è bene non fare affidamento esclusivo su di essi.
La cucina dell’Algeria è tipicamente araba con piatti tipici come il cuscus, il meswi e varie tajines, ragù di carne o pesce. Ottimi i vini locali. Nei ristoranti principali viene servita cucina francese. Affacciandosi sul Mediterraneo, anche la cucina algerina ha negli ingredienti tipici alcuni dei nostri prodotti maggiormente consumati, come pesce, pomodoro, spezie e olio di oliva. L’ispirazione, infatti, arriva anche dalla cucina italiana oltre che da quella araba, turca e berbera.
Vista anche la grande produzione di frumento, il cibo più consumato è la pasta, generalmente condita con la salsa Harissa, una salsa prodotta con peperoncino fresco, aglio e olio di oliva. La vera cucina maghrebina la troviamo prevalentemente nella capitale ed in tutto l’entroterra. Il piatto tipico è il Kseksou, meglio conosciuto con il nome italianizzato di cuscus. Il couscous, semola lavorata a granelli è un piatto unico con carne e verdure, ed ha origini nord africane. Le Baghrir sono le frittelle di semola, le Mahdjouba è una torta di semola ripiena di pomodori e peperoni, la Felfa è un’insalata preparata con peperoni grigliati.
Ci sono anche delle polpette molto speziate: Mhavet (di pollo), Metewan (di agnello). Una bevanda tipica è il Lben, latte fermentato che di solito accompagna i dolci come il Tcharak, un croissant con ripieno di pasta di mandorle. Bisogna ricordare che durante il Ramadan, che secondo il calendario musulmano cade il nono mese dell’anno e dura 30 giorni, a causa del digiuno imposto è quasi impossibile mangiare al ristorante fatta eccezione per quelli situati nei grandi alberghi dei maggiori centri urbani.
Attualmente non è richiesta alcuna vaccinazione per viaggi in Algeria. In ogni caso, si consiglia di consultare l’Ufficio di Igiene della propria città o il proprio medico. Per maggiori informazioni visita il sito del Ministero della Salute www.salute.gov.it e/o il sito del Ministero degli Affari Esteri www.viaggiaresicuri.it
Algeri, capitale dell’Algeria, è una città affascinante che mescola tradizione e modernità. Conosciuta come la “Perla Bianca” grazie ai suoi edifici chiari che si affacciano sul Mar Mediterraneo, Algeri incanta con il suo mix unico di influenze arabe, ottomane e francesi. La città è dominata dalla Casbah, un intricato dedalo di vicoli e scalinate dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, dove si respira il fascino della storia e si possono ammirare moschee storiche e palazzi decorati.
Sul fronte moderno, Algeri offre ampi boulevard in stile coloniale, caffè eleganti e il vivace porto, cuore pulsante della vita cittadina. Immersa tra passato e presente, Algeri è una destinazione da scoprire, dove l’autenticità nordafricana si intreccia con un’atmosfera cosmopolita.
Il Tadrart Acacus, definito “il più bel deserto al mondo”, angolo di grande fascino verso la frontiera con il Niger, in uno scenario di dune che vanno dal giallo all’arancione e di rocce modellate dall’erosione che creano forme fantasiose e bizzarre. Si penetra nell’interno del canyon percorrendo l’Oued In Djeran che si snoda tra gole profonde, muraglie di roccia, suggestive figure di pietra scolpite dal vento e dalla sabbia.
Le alte pareti arenariche dell’oued costituiscono una delle belle gallerie di arte rupestre del Sahara: la famosa giraffa “accucciata” è una pittura di una eleganza straordinaria; si possono ammirare pitture con scene di vita pastorale, con buoi bicromi, immagini di caccia, graffiti raffiguranti bovidi, giraffe ed elefanti. Si raggiunge la zona di Mulinaga, attraverso un incredibile paesaggio lunare, e Tin Merzuga, dove L’oued In Djeran si perde fra delle stupende dune rosse dalla cui altezza appare in lontananza l’immensa distesa del deserto libico. Il tramonto sulle dune avvolgerà il viaggiatore in un’atmosfera magica, senza uguali.
Tadrart Acacus, Algeria
Situato nel cuore del massiccio dell’Hoggar, l’Altopiano di Assekrem è una delle meraviglie naturali più iconiche del Sahara algerino. Questo altopiano affascinante è celebre per i suoi paesaggi lunari, con pinnacoli di roccia vulcanica che si ergono maestosamente contro un cielo terso.
L’Assekrem, il cui nome significa “la fine del mondo” in lingua tuareg, offre panorami spettacolari, soprattutto all’alba e al tramonto, quando le rocce si tingono di sfumature dorate e rosse, creando un’atmosfera mistica. È una meta privilegiata per chi desidera immergersi nella bellezza incontaminata del deserto e scoprire la cultura tuareg, ricca di tradizioni ancestrali.
L’Altopiano di Assekrem è una destinazione ideale per gli amanti della natura, della fotografia e del turismo culturale. Visitare questa regione significa vivere un’esperienza unica nel cuore del Sahara, un luogo che incarna la magia e la vastità del deserto. Qui si possono incontrare i Tuareg Kel Ahggar, ed arrivare fino all’Eremo di Charles De Foucauld.
Oltre alla sua straordinaria bellezza naturale, l’Assekrem è famoso per essere il luogo dove il missionario Charles de Foucauld trovò ispirazione spirituale. Qui, a 2.728 metri di altitudine, costruì un eremo, oggi visitabile, che offre una vista panoramica mozzafiato.
L’Eremo, costruito nel 1911 da questo personaggio che, dopo esuberanti esperienze mondane ed un periodo nell’esercito francese nel Nord Africa, divenne prima un esploratore delle montagne del Marocco, e poi un sacerdote che fondò l’ordine dei Piccoli Fratelli di Gesù, ritirandosi nel deserto e dedicando la sua vita all’estrema frugalità ed alla preghiera, oltre che alla creazione di un dizionario tamacheq, la lingua dei Tuareg – francese. Oggi vi sono ancora alcuni monaci nell’eremo, che ogni mattina celebrano la messa nella sobria cappella.
Hoggar e Assekrem, Algeria