I mari sono sempre più inquinati dalla plastica che ogni anno si riversa in mare e sulle nostre spiagge.

Emergenza plastica in mare

È sempre più emergenza plastica negli oceani e sulle coste di tutto il mondo. Anche i luoghi più inesplorati del nostro pianeta finiscono per essere contaminati da rifiuti plastici. Il turismo potrebbe risentirne. Bottiglie, sacchetti e materiali di ogni genere, frantumandosi, vengono trasportati da un lato all’altro del pianete tramite le correnti oceaniche.

Milioni di tonnellate di oggetti di plastica finiscono in mare ogni anno. Otto milioni di tonnellate, per la precisione. Negli ultimi quindici anni la produzione di plastica è cresciuta in maniera esponenziale. Otre ogni livello di sostenibilità.

Un rifiuto difficile da smaltire

Gran parte degli oggetti che utilizziamo ogni giorno sono fatti di plastica. La plastica ha migliorato diversi aspetti della nostra vita, ma è difficile da smaltire. Molta della plastica utilizzata è monouso, come gli imballaggi che si buttano via pochi minuti dopo essere stati acquistati.

La sola Coca-Cola produce 128 miliardi di bottiglie di plastica all’anno. L’ultimo numero della celebre rivista National Geographic Magazine è dedicato a questo a tema. In copertina troviamo un’immagine molto evocativa: un sacchetto di plastica, che sembra un iceberg affiorante nel mare.

Riciclo della plastica

Che fare, dunque? Bisognerebbe sicuramente ridurre l’uso delle plastiche, sostituendole con materiali più ecologici. Ma la sfida, a livello globale, rimane quella del riciclo.

Oggi nel mondo si ricicla solo il 18% della plastica. Si può e si deve fare molto di più.

Pulizia del mare

Si stanno diffondendo iniziative per la pulizia degli oceani. Tra queste segnaliamo quella di Boyan Slat, il giovane inventore olandese, che si propone la difficile sfida di ripulire l’oceano dalla plastica. Fondatore di The Ocean Cleanup, in cinque anni ha creato un sistema per recuperare la plastica dalla superficie degli oceani.

Promette, entro 2040, di poter portare via dalle acque il 90% dei rifiuti. Ma non mancano gli scettici. Nel frattempo tutti noi potremmo dare il nostro aiuto utilizzando meno plastica e riciclando tutto quella produciamo. Anche e soprattutto durante i nostri viaggi.

Giornata Mondiale degli Oceani

Il giorno 8 giugno si celebra la giornata mondiale degli oceani. Per salvaguardare il polmone blu del nostro pianeta che rilascia più del 50% dell’ossigeno che respiriamo ed è in grado di assorbire un terzo dell’anidride carbonica prodotta.

L’Oceano è la più grande biosfera e il più importante regolatore climatico del pianeta. Oggi i mari sono più caldi e acidi, due fattori che stanno influenzando fortemente la distribuzione e l’abbondanza della vita marina. Si calcola che in media ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano in mare, e che al momento ce ne siano oltre 150 milioni di tonnellate. Il riscaldamento globale agisce in due modi sugli oceani: aumenta la loro temperatura e li fa diventare più acidi, con l’anidride carbonica dell’atmosfera che si scioglie nell’acqua.

Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano. Khalil Gibran