UAZ Mongolia. UAZ, è l’acronimo di Ul’janovskij Avtomobil’nyj Zavod. Il significato in italiano è Fabbrica Automobili di Ul’janovsk, una città nella regione del Volga. Si tratta di un marchio automobilistico fondato in URSS nel 1941. Nei primi anni di produzione UAZ ebbe un ruolo fondamentale come fabbrica per la produzione di automezzi ed elementi per l’industria bellica.

La nascita UAZ 452 2206

Con la fine della guerra contro la Germania, dalla prima metà degli anni cinquanta nello stabilimento inizio la produzione della prima vettura UAZ. Nel 1958 vennero progettati una serie di robusti furgoni 4×4. L’anno 1966 per la UAZ è l’anno della consacrazione con la produzione il furgone minibus UAZ 452 2206, modello ancora in produzione.

Monta un motore a 4 cilindri benzina di 2500 cm³, con distribuzione ad albero a camme laterale. Ancora oggi, seppur in versione potenziata e modernizzata, tale motore equipaggia le UAZ-469 di tutto il mondo. Dispone di un doppio serbatoio con 80 litri di capacità totale.

La nascita del turismo in Mongolia

Il turismo in Mongolia era inesistente al tempo della Repubblica Popolare Mongola. Il turismo nacque dopo la rivoluzione democratica del 1990 e lo scioglimento dell’Unione Sovietica del 25 dicembre 1991. Ai tempi del comunismo esistevano organizzazioni governative che avevano il ruolo di agenzie turistiche. Il turismo basato sul settore privato e le agenzie per organizzare la logistica dei Viaggi in Mongolia risalgono ai primi anni 2000.

La Mongolia è tra le destinazioni che NBTS Tour Operator proponeva già nei primi anni di attività. Non era semplice viaggiare in Mongolia agli albori del turismo. Molti non sapevano cosa fossero le UAZ i fuoristrada che si utilizzavano durante i Viaggi in Mongolia nei primi anni 2000.

Ecco un interessante articolo che racconta di un viaggio in Mongolia negli anni 2000, e che descrive queste particolari jeep russe. Scritto dal nostro viaggiatore Daniele Cascone.

Mongolia, Viaggio in UAZ

“La Mongolia è un mondo a parte e come tale anche le regole per muoversi sono diverse! Se negli altri paesi si sono imposti i modelli 4×4 di note case automobilistiche giapponesi, in Mongolia la macchina che più si adatta alle esigenze dei viaggiatori è la UAZ. E non tutte le UAZ, godono di tale privilegio: solo i modelli storici, prodotti negli anni ’60, resistono a qualsiasi attacco da parte della concorrenza.

UAZ è una casa automobilistica dell’ex Unione Sovietica, fondata nel 1941. La prima considerazione che si ha vedendone una è “sul serio partiremo con quel rottame?”. In effetti si tratta di vetture spartane, dal colore triste, in pesante lamiera, senza alcuna componente elettronica avanzata e dagli interni non esattamente confortevoli. Ma qui non si scherza in quanto a spostamenti e la Mongolia non è una meta per SUV extra-lusso o appassionati di 4×4 della domenica. Le strade non esistono, la segnaletica neanche e non è raro percorrere chilometri su chilometri senza incontrare anima viva.

Ci si ricrede dalla considerazione iniziale sulle UAZ una volta percorsi i primi chilometri: nessun fuoristrada e nessuna tecnologia al mondo potrebbero sostituire questi portentosi mezzi che sembrano nati apposta per la steppa, dove le strettissime piste sterrate (quando ci sono) sono un susseguirsi di buche, dossi, avvallamenti e tipologie di terreno più disparate.

UAZ e autisti mongoli

Ma la maggior parte del merito va agli autisti mongoli, che guidano come se stessero percorrendo le vie di una tranquilla cittadina. Inoltre, grazie alla diffusione delle UAZ, ogni autista conosce nei minimi particolari tutte le componenti tecniche che, in caso di avaria, possono essere riparate anche in pieno deserto.

Ma non solo: è sorprendente la capacità dei mongoli di orientarsi in mezzo al nulla. Le piste cambiano a seconda della percorribilità del momento e non esiste una direzione fissa da seguire. Ogni autista si orienta tramite le montagne o segni particolari del territorio (se ce ne sono). Poi si chiede ai rari nomadi che si incontrano a cavallo o a bordo di motociclette, e si va avanti. Con questo metodo, che può sembrare approssimativo, il nostro autista Puujee non si è mai perso, portandoci puntualmente a destinazione.

Alla fine del viaggio, si è completamente affascinati da questa “macchina senza fronzoli” che se ne vorrebbe comprare una (in Mongolia vengono ancora prodotte). E, dopo migliaia di chilometri sulle piste mongole, quasi si sente la mancanza di quello sballottamento che il moderno asfalto non ci concede più!”
Fonte: http://www.reflectiva.com/post.php?id=615