Sadhu India. Scopriamo chi è il sadhu indiano, chiamato anche baba indiano o santone. Cosa significa Sadhu dove vivono e come vivono, e la loro religione. India e Nepal, dove la sacralità circonda cose, edifici, animale e anche uomini. Naga sadhu, aghori sadhu e sadhu italiani.

Sadhu

I Sadhu chiamati anche Baba, sono personaggi presenti in India e in Nepal oramai da migliaia di anni. I Sadhu possono essere paragonati agli sciamani delle tradizioni occidentali. Essi per raggiungere il Moksha, la fine dell’illusione, scelgono una vita di santità. La fine del ciclo delle reincarnazioni, la dissoluzione nel divino e la fusione con la coscienza cosmica.

Per seguire questa via il Sadhu rinuncia radicalmente al mondo, per centrarsi interamente sulla Realtà Suprema che lo manifesta. Si astiene del sesso  e recide ogni legame familiare. Non ha alcuna proprietà o abitazione, indossa qualche straccio o non indossa niente, si nutre di poco cibo e semplice. Vive da solo, ai margini della società, dedicandosi devozionalmente alla Deità prescelta.

Alcuni Sadhu praticano dei rituali magici per essere più vicini alla Divinità. Altri Sadhu praticano delle intense forme di yoga e meditazione per aumentare i poteri spirituali e acquisire la conoscenza metafisica. Per un normale essere umano, queste basiche autonegazioni sono già difficili da comprendere. Ma veramente inimmaginabili sono le pratiche estreme di automortificazione usate da alcuni gruppi di sadhu per spingere e affrettare ulteriormente il processo di auto illuminazione.

Ci sono quelli che tengono il braccio teso in alto per anni, fino a quando diviene una sorta di bastone rinsecchito insensibile. Altri che non si siedono o sdraiano mai, alcuni che rimangono in silenzio per anni o indossano cinture di castità per sempre.

Sadhu indiano, il chilum e l’hashish

Spesso si vedono molti Sadhu (detti anche Baba o Santoni) fumare il chilum, una pipa d’argilla fumata attraverso le mani poste a forma di coppa, è riempita di tabacco e hashish. E’ fumata da molti sadhu, ad imitazione di Shiva, il Signore dell’Hashish, egli stesso in perenne stato di ebbrezza, per eliminare il velo di Maya, l’illusione. Ciò è consentito dalle autorità nonostante sia proibito dalla stessa legge indiana.

I sâdhu shivaïti cospargono il loro corpo con la cenere, simbolo di morte e di rinascita, ad immagine e somiglianza di Śiva, portano i capelli estremamente lunghi.

Le donne Sadhu

E’ raro trovare una donna giovane e bella nella fratellanza dei sadhu. Solo il 10% dei sadhu sono donne (sadhvis), ma la maggioranza sono anziane, divenute sadhu solo dopo la vedovanza. Questo riflette la posizione generalmente subordinata delle donne nella società indiana, e ancor più marginale nel caso delle vedove. La credenza popolare ritiene che una donna debba rinascere come uomo per poter ottenere l’illuminazione spirituale.

La vita del sadhu era, ed è, l’unica rispettabile maniera per fuggire dalla morte vivente della vedovanza. Tuttavia sin dai tempo immemorabili ci sono state delle donne sadhu. E diverse, come le loro controparti maschili, hanno scelto di divenire sadhu durante l’adolescenza, avendo avvertito allora la vocazione per il cammino spirituale.

Poche sette ammettono donne, perché temono che la corruttiva influenza sul celibato. Alcune sette sono miste, ma le donne sadhu hanno alloggi separati, e infine ci sono sotto-sette costituite solo da donne. Sebbene la loro posizione nella gerarchia spirituale sia inferiore agli uomini, ci sono sempre state delle donne che sono state delle grandi sante, e le donne sadhu sono trattate con molto rispetto.

Baba Sette ed ordini

Al momento di unirsi ad una setta, un aspirante sadhu deve sottoporsi ad un rito di iniziazione, considerato come morte simbolica e rinascita. Egli muore alla sua precedente vita terrena per rinascere alla vita divina. Il segno visibile di questa rinascita è la testa rasata del novizio, calvo come un neonato.

Dopo l’iniziazione il novizio viene distolto da ogni parola o pensiero relativo alla sua precedente esistenza che è divenuta per lui estranea. Ora la sua età viene ora calcolata dalla nuova nascita. Il vincolo con il suo guru è divenuto ora la sola cosa importante. Il Guru è colui che “dissolve le tenebre”, la guida per lacerare il Velo dell’illusione. E’ padre, madre e maestro ed è l’oggetto di adorazione del discepolo, come incarnazione divina; egli lo servirà in ogni maniera possibile, sempre nel migliore dei modi. La maggior parte delle sette sono abbastanza moderate nelle loro pratiche, ma alcune possono raggiungere veri eccessi.

Santoni e gli Anni 70

Fin dagli anni sessanta sorse in occidente un forte interesse per il mistico oriente. Moltitudini di giovani occidentali scontenti dalla materialismo dell’occidente si sono recati in India alla ricerca del significato della vita e spesso giungendo a trovare un Maestro. I pii indù, specialmente delle aree rurali trattano questi sacri uomini e donne stranieri con lo stesso rispetto che hanno per i sadhu indiani.

Nonostante siano rappresentate tutte le nazionalità con americani, tedeschi e giapponesi, la maggioranza sono di origine italiana e francese. Alcuni dei sadhu stranieri, lo sono part-time, nel senso che abbracciano sì lo stile di vita dei sadhu, ma tengono ben saldi i legami con casa. Altri bruciano tutti i legami, così come dovrebbe essere fatto, e dedicano se stessi interamente alla realizzazione degli ideali dei sadhu.

Anche i componenti del gruppo dei Beatles, rimasero affascinati dalla cultura e dalla tradizione indiana e orientale. Nel 1968 anche i Beatles fecero un Viaggio in India. Durante il loro soggiorno scrissero molte canzoni con sonorità indiane. In seguito furono pubblicate negli album The Beatles, Abbey Road e Let It Be.

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