Petra, la storia e la riscoperta

La storia di Petra in Giordania. Petra storia e la riscoperta avvenuta il 22 agosto del 1812 grazie ad un viaggiatore svizzero di nome Johann Ludwig Burckhardt. Scopri l'incredibile storia di come venne ritrovata la città perduta dei nabatei.

Petra Storia

I ritrovamenti avvenuti nei dintorni di Petra, hanno dimostrato l'esistenza di insediamenti umani nel periodo tra il X e l'VIII millennio. A Beidha, più famosa con il nome di piccola Petra, si possono vedere i resti del sito che venne abitato per circa un millennio e poi abbandonato. Lo stanziamento più antico trovato a Petra data invece all'età del ferro. Più tardi verso il VI secolo a.C. qui si insediarono i Nabatei, una popolazione nomade araba proveniente dalla penisola araba occidentale. Questa popolazione fu capace di tessere accordi commerciali con le altre popolazioni vicine e con le ricchezze accumulate nel corso degli anni costruirono la città di Petra e la resero un centro ricco e potente.

Petra storia romana

Più tardi nella regione situata nei pressi della città di Petra venne fondata una confederazione di dieci città-stato chiamata decapoli, che Roma conquistò nel 106 quando, il regno fu annesso all'impero da Cornelio Palma, governatore di Siria, per ordine di Traiano. I Romani presero possesso delle vie commerciali dei nabatei e Petra perse la sua importanza strategica. Dopo l'occupazione romana ci furono ancora carovane che sostavano a Petra, ma divennero sempre più rare, malgrado la costruzione di una strada di 400 chilometri che collegava Bosra, Petra e il Golfo di Aqaba. L'imperatore Adriano visitò Petra nel 131, e la città fu rinominata, in suo onore, Petra Hadriana.

La religione cristiana arrivo a Petra verso il IV secolo, dopo che Costantino I ebbe fatto di Costantinopoli la sua nuova capitale, e cominciato a favorire la diffusione della nuova religione. Successivamente il 19 maggio del 363 un forte terremoto colpì Petra, danneggiando i suoi monumenti e i preziosi acquedotti. Le scosse che semidistrussero la città, già impoverita dal dominio romano, furono fatali e portarono gli abitanti di Petra ad abbandonarla.

Nel V secolo a Petra vennero costruite diverse chiese, alcune utilizzando i monumenti già esistenti. Risale a questo periodo l'utilizzo come chiesa del di El Deir, o Monastero, che divenne una specie di cattedrale nel 446. Gli archeologi trovarono tracce di croci sui muri di molte tombe a nord della città, e altre tre chiese scoperte durante scavi. Poi nel 551 un altro terremoto danneggiò ulteriormente la città, che già stava cadendo in rovina. Nel 749 l'ennesimo terremoto spopola Petra quasi completamente.

La conquista islamica che attraversa la regione tra il 629 e il 632 sembra aver ignorato Petra, la cui ultima menzione si trova in un testo scritto dal suo vescovo Antenogene tra la fine del V e l'inizio del VI secolo. L'impatto della conquista musulmana è poco chiaro, e fu probabilmente ridotto dalla storica tolleranza mostrata dall'Islam primitivo verso il cristianesimo. Del resto il lento esodo degli abitanti aveva ridotto la città, agli inizi dell'VIII secolo, a un villaggio.

Petra e le crociate

La zona fu infine conquistata dai Crociati Franchi, che vi eressero alcuni castelli, tra cui le fortezze di al-Wu'ayrah e al-Habis. Durante la Prima crociata la città fu occupata da Baldovino di Boulogne, noto poi come Baldovino I di Gerusalemme, e costituì il secondo feudo della baronia di al-Karak, nella signoria d'Oltregiordano. La città rimase nelle mani dei crociati fino al 1189, dopo che il Saladino ebbe sconfitto definitivamente i Crociati del Regno di Gerusalemme alla Battaglia di Hattin, nel 1187.

Si hanno poi notizie di Petra da un pellegrino tedesco che narrava di esservi passato nel 1217, e per il passaggio del sultano mamelucco Baibars al-Bunduqdari nel 1276. Dopo questo periodo ci fu un oblio durato più di cinque secoli. I nomadi pensavano infatti che la città fosse infestata dai demoni, tanto che l'arco di pietra sito all'entrata della gola rocciosa, crollato nel 1896 veniva chiamato "Il ponte del diavolo". È l'ultima notizia storica di Petra prima della sua riscoperta nel 1812.

La riscoperta di Petra

In passato quest'area fu meta obbligata per il passaggio delle carovane provenienti dalle coste dell'Hadramauth, regione situata del sud della penisola Arabica nell'attuale Repubblica dello Yemen. I mercanti con le loro merci arrivavano a Petra dopo un viaggio di 2 mesi di circa 2.000 chilometri molti dei quali di deserto.

Questa rotta commerciale chiamata via dell'incenso diede il via allo sviluppo economico dei Nabatei. Grazie al fiorente mercato ingrandirono il loro Regno e costruirono la città di Petra. Poi, dal XVI secolo Petra venne completamente dimenticata dall'Occidente per circa 300 anni.

Johann Ludwig Burckhardt

La riscoperta della città dei Nabatei avvenne nel 1812 grazie ad un viaggiatore svizzero di nome Johann Ludwig Burckhardt. Grande appassionato del Medio Oriente, sotto le spoglie di un mercante arabo e con lo pseudonimo Sheikh Ibrahim ibn 'Abd Allah, soggiornò prima ad Aleppo in Siria per conoscere l'Islam, perfezionare l'arabo e studiare il Vicino Oriente. Qui si convertì all'Islam e divenne grande conoscitore del Corano e del diritto islamico. Nei due anni trascorsi in Siria, Burckhardt fece numerosi viaggi di esplorazione visitando Palmira, Damasco e il Libano.

Ma fu il 22 agosto 1812 che fece la storica scoperta di Petra, capitale del regno scomparso dei Nabatei. Persuase la sua guida a condurlo sul sito della presunta città perduta raccontando che voleva andare in pellegrinaggio alla tomba di Aronne. Fu così che diventato il primo europeo moderno a posare gli occhi su l'antica città nabatea di Petra. Prendendo appunti e disegnando schizzi di nascosto, si rese conto che le rovine a Wadi Musa erano quelle dell’antica Petra.

Johann Ludwig Burckhardt nel 1817 mori a soli 33 anni al Cairo a causa della dissenteria e di febbre alta. I suoi diari di viaggio furono pubblicati solo dopo la sua morte, scatenando un grande interesse per la città perduta di Petra.

Scritti di Johann Ludwig Burckhardt

Ero particolarmente desideroso di visitare Wadi Musa, delle antichità di cui avevo sentito il paese si parla in termini di grande ammirazione. Ho noleggiato una guida a Eldjy, a me condurre alla tomba di Haroun ... ero senza protezione in bel mezzo di un deserto in cui nessun viaggiatore era mai stata vista ... futuri viaggiatori possono visitare il posto sotto la protezione di una forza armata; gli abitanti diventeranno più abituati alle ricerche di estranei; e le antichità di Wadi Musa saranno poi trovato di rango tra i resti più cariati di arte antica.

Un mausoleo scavato venuto in vista, la situazione e bellezza che sono calcolati per fare un'impressione straordinaria sul viaggiatore, dopo aver attraversato per quasi mezz'ora ad un passaggio cupo e quasi sotterranea che ho descritto. I nativi chiamano questo monumento Kaszr Faraoun, o il castello del faraone; e far finta che era la residenza di un principe. Ma era piuttosto il sepolcro di un principe, e la grande deve essere stata l'opulenza di una città, che potrebbe dedicare questi monumenti alla memoria dei suoi governanti.

Nel confronto tra le testimonianze dei citati in Palestina di Reland gli autori, sembra molto probabile che le rovine di Wadi Musa sono quelle dell'antica Petra, ed è notevole che Eusebio dice che la tomba di Aronne fattasi nei pressi di Petra. Di questo almeno io sono persuaso, da tutte le informazioni che procurato, che non v'è altro rudere tra le estremità del Mar Morto e Mar Rosso, di importanza sufficiente per rispondere a quella città. O se non ho scoperto i resti della capitale d'Arabia Petraea, lascio alla decisione di studiosi greci.

Johann Burckhardt, dal libro Viaggi in Siria e in Terra Santa

Citazioni storiche su Petra

"Petra è il più bel luogo della terra... non per le rovine, ma per i colori delle sue rocce tutte rosse nere con strisce verdi e azzurre. Non saprai mai cos'è Petra in realtà, a meno che tu non ci venga di persona".

Con queste parole Lawrence d'Arabia, Agente segreto, militare, archeologo e scrittore britannico, descriveva le sue emozioni al cospetto della magnifica città rosa dei nabatei.

Il viaggiatore e poeta dell'epoca vittoriana, Dean Burgon, affermava:

"trovatemi un'altra meraviglia cosi ben conservata nel Medio Oriente, una città rosa, antica quanto metà del tempo".

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