Piemonte la Certosa di Collegno La Certosa di Collegno. La Certosa Reale di Collegno nacque come monastero nella città di Collegno, comune italiano della città… La Certosa di Collegno. La Certosa Reale di Collegno nacque come monastero nella città di Collegno, comune italiano della città metropolitana di Torino in Piemonte. La costruzione della Certosa fu commissionata nel 1641 da Cristina di Francia, reggente di Savoia, sul modello architettonico della Grande Chartreuse di Grenoble. Cenni storici e informazioni per visitare la Certosa. Il suo passato da Regio Manicomio e il suo presente di museo pubblico. Certosa di Collegno, storia La Certosa di Collegno sorse per iniziativa di Maria Cristina di Francia, duchessa di Savoia, prima Madama Reale, che recatasi a Grenoble per incontrarsi col fratello, il Re di Francia Luigi XIII si recò in pellegrinaggio alla “Grande Chartreuse”, casa madre dell’ordine dei Certosini, fece voto solenne di erigere una certosa presso Torino. Nel 1641 Madama Reale, acquistò un palazzo che era stato fatto costruire nel 1614 da Bernardino Data, amministratore ed aiutante di Camera del Duca di Savoia Carlo Emanuele I. Successivamente Madama Reale, per tenere fede al proprio voto acquistò altri terreni ed edifici adiacenti, prati e boschi, per completare l’area su cui sarebbe sorta la Certosa. I Certosini di un piccolo monastero di Avigliana furono chiamati nel 1641 per occupare la nuova Certosa, dedicata all’Annunziata, patrona di Casa Savoia. Madama Reale aveva per la Certosa grandiosi progetti che furono più volte ridimensionati per difficoltà finanziarie. Con l’annessione all’impero di Francia Napoleonico, nel 1802, anche i Certosini di Collegno subirono la sorte di tutte le istituzioni religiose, private delle loro sostanze ed obbligate a sciogliersi. Gli edifici della Certosa divennero proprietà demaniali e passarono poi in gran parte in mani private. Dopo il ritorno dei Savoia nei loro territori, venne riaperta la Certosa di Collegno che rientrò in possesso degli edifici nel 1816. Il patrimonio complessivo della Certosa era tuttavia ben lontano dell’antico splendore. Nel 1853 soppresso l’istituto religioso, i locali furono destinati a Regio Manicomio e poi come ospedale psichiatrico. Oggi una parte dei locali è occupata dagli uffici e dai servizi dell’Azienda Sanitaria Locale. Le visite Si accede alla Reale Certosa di Collegno attraverso il Portale che nel 1737 Re Carlo Emanuele III fece costruire, su disegno di Filippo Juvarra, in occasione delle sue nozze con Elisabetta Teresa di Lorena. La facciata è arricchita da due statue raffiguranti la fede e la carità (che ricorrono anche alla Gran Madre). La cripta Nella Certosa di Collegno si conservano le sepolture di dieci Cavalieri dell’Ordine della Santissima Annunziata. Il fondatore dell’ordine fu Amedeo VI detto il Conte Verde, che nel 1383 fece costruire la Certosa di Pierre-Chatel per destinarla a Chiesa dell’Ordine ed a sepolcro dei Cavalieri, affidandola a 15 Certosini. Il sotterraneo annesso alla Chiesa venne destinato a Cripta sepolcrale dei Cavalieri dell’Annunziata fin verso il 1814, situazione di fatto che venne sancita di diritto nel 1840 dal Re Carlo Alberto, che, con carta reale dichiara Cappella dell’Ordine Supremo della SS Annunziata la Chiesa della Certosa di Collegno ed a sepolcro delle salme dei Cavalieri il sotterraneo. Nel 1938 i resti delle salme dei Cavalieri vennero trasportate dai sotterranei in altri locali più adeguati, posti a piano terra, restaurati nel 1998. L’Aula Hospitalis Si tratta di uno dei locali più antichi della Certosa di Collegno, utilizzato dai padri Certosini come farmacia e successivamente come “Sala della Presidenza” del “Regio Manicomio”. L’antica farmacia dei Certosini Collegnesi ebbe un ruolo importante nella vita della città. La preparazione di medicinali, d’altra parte, è nella tradizione dei monasteri di qualunque ordine, che anno sempre un “fratello erborista” o “speziale”. Fino al 1991 a Collegno era conservata una collezione di vasi di Savoia del XVIII. Furono ordinati tutti insieme quando i monaci, terminati i locali della farmacia, avevano iniziato a produrre medicinali. I vasi sono decorati a fasce alternate bianche e blu, e riportano il nome del contenuto. La biblioteca Quattordici mila volumi: la biblioteca dell’Ospedale psichiatrico, con i suoi due secoli di storia, è una raccolta preziosa. Un patrimonio venuto alla luce nel 1990 durante un sopralluogo dell’assessorato dei Beni Culturali della Regione Piemonte. Consultando gli archivi del Regio Manicomio, troviamo per la prima volta traccia di un libro nel 1829. Lo ha scritto un medico dell’ospedale il Signor Dottore Trompeo. Nel 1832 la biblioteca si arricchisce con l’abbonamento alla rivista della “Societè de Phrenologie”. Alcune annate di questa rivista sono ancora conservate. Anche i medici che lavorarono nel manicomio contribuirono ad arricchire la biblioteca. Negli ultimi anni è cominciato un complesso lavoro di riordino e classificazione dei volumi della Biblioteca Medica e di quella dei ricoverati. Il Regio Manicomio Nel 1853, soppresso l’istituto religioso, i locali furono destinati progressivamente a Regio Manicomio ed utilizzati come sede di ospedale psichiatrico. La Certosa era occupata solo più da un piccolo gruppo di monaci che, forse nel tentativo di scampare alla soppressione delle corporazioni religiose, offrì i locali del monastero per sistemare provvisoriamente ottanta malati del manicomio di Torino. Poiché nella Certosa vigeva ancora un regime di clausura, inizialmente vi furono trasferiti soltanto ricoverati uomini. La convivenza tra i Certosini e i malati del manicomio fu difficile fin dal principio, in quanto i Certosini negavano ai malati il diritto di passeggiare nel chiostro, oppure impedivano loro di andare a lavorare nei campi. In seguito furono trasferite anche le pazienti donne. Il numero dei ricoverati a Collegno continuò a crescere a dismisura superando la sede di Torino, sino al superamento definitivo dei reparti psichiatrici sancito nel dicembre 1996. Una parte dei locali è inoltre occupata dagli uffici e dai sevizi dell’Azienda Sanitaria Locale. La Certosa oggi Attualmente la Certosa è in fase di recupero ma è tuttavia possibile visitare gran parte della struttura. il complesso è immerso in un parco pubblico, intitolato al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, vissuto quotidianamente da migliaia di persone, soprattutto nella bella stagione. Alcuni degli edifici appartenenti alla Certosa sono occupati da enti pubblici, Università di Torino e associazioni. Il cuore della Certosa è il chiostro maggiore, recentemente restaurato e riportato al suo aspetto originale. 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