Piatti Tipici del Piemonte: un viaggio nella tradizione culinaria di una regione che ha fatto della qualità e del gusto il suo biglietto da visita. La Cucina Piemontese, famosa per i suoi sapori autentici e ricercati, è un connubio perfetto tra materie prime d’eccellenza e una lunga tradizione gastronomica. Dai primi ai dolci, ogni ricetta racconta una storia di territori vocati al gusto e alla convivialità. Scopri i piatti tipici del Piemonte e i vini pregiati da abbinare, per un’esperienza di Turismo Gastronomico indimenticabile.

Piatti tipici Piemontesi

Parlare della cucina di Alba e delle Langhe, della Cucina del Monferrato o della Cucina Piemontese in generale, significa addentrarsi in una gastronomia ricca con antichissime ricette. Una regione, il Piemonte, in cui l’allevamento dei bovini produce ottima qualità di carne, di salumi e di formaggi. Perciò sono molti i piatti della cucina piemontese a base di carne, che ben si abbinano ai rinomati vini rossi delle Langhe piemontesi e ai Vini del Monferrato.

Qui a seguito vi segnaliamo alcuni tra i piatti tipici del Piemonte tra più famosi. In particolare è da segnalare la Carne cruda all’albese, un piatto che può essere sia un antipasto che un secondo. Tra i primi ci sono i Tajarin (tagliolini) al sugo o al tartufo, ravioli al plin (ravioli molto piccoli), e gli agnolotti alla piemontese.

Tra i secondi piatti tipici piemontesi troviamo il  fritto misto alla piemontese e la finanziera. Poi tra i secondi piatti piemontesi ci sono brasati, bolliti misti, coniglio e selvaggina al civet, fagianella in salmì. Infine i dolci, quello più famoso è il bunet (budino agli amaretti). Un altro dolce da segnalare come piatto tipico del piemonte è la famosa torta di nocciole delle Langhe.

Cucina Piemontese Ricette

Vi elenchiamo le ricette di 7 piatti tipici del Piemonte di facile realizzazione, che potete trovare tra i piatti più famosi della cucina Piemontese. Vediamo assieme le ricette tipiche piemontesi.

Ricetta Carne cruda piemontese e Carne cruda all’albese

La carne cruda piemontese e la carne cruda all’albese sono due preparazioni tradizionali che celebrano la qualità della carne bovina piemontese, in particolare della razza Fassona. Sebbene simili, presentano alcune differenze distintive.

La carne cruda piemontese è una preparazione semplice e genuina, dove la carne viene tritata o battuta al coltello per preservare la sua consistenza e sapore naturale. Nella carne cruda all’albese, che prende il nome dalla città di Alba, invece la carne viene tagliata a fettine sottilissime. Entrambe sono espressione dell’eccellenza culinaria piemontese, perfette come antipasto in una cena raffinata o in un contesto conviviale.

Ingredienti per 4 persone

  • Per la carne cruda all’albese 500 grammi di polpa di manzo di fassona piemontese tagliata fine (preferibilmente filetto o controfiletto)
  • Per la carne cruda alla piemontese 500 grammi di carne tritata o battuta al coltello
  • scaglie di parmigiano o grana padano
  • sale fino q.b.
  • pepe nero macinato fresco q.b.
  • 5 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Erbe aromatiche (rucola o insalatina fresca)
  • succo di limone (facoltativo)
  • aglio (facoltativo)

Preparazione

Prima cosa la qualità della carne è fondamentale, utilizza sempre carne fresca e di altissima qualità, preferibilmente Fassona piemontese. Distribuire le fettine di carne cruda, o il trito o la battuta di carne nel piatto. Poi aggiungere sale e pepe nero appena macinato a vostro piacimento. Versarvi sopra un filo di olio extra vergine d’oliva e lasciare riposare. La carne si può anche bagnare leggermente con il succo di limone o insaporita con aglio, a seconda delle preferenze. Prima di servire aggiungere il parmigiano tagliato a scaglie. Guarnire con ciuffetti di rucola o insalatina fresca. Si consiglia di prepararlo almeno 20 minuti prima di mangiarlo per servirlo a temperatura ambiente.

Vitello tonnato

Il vitello tonnato, noto anche come “vitel tonnè”, è uno dei grandi classici della cucina piemontese. Questo piatto freddo, elegante e gustoso, consiste in fettine sottili di vitello servite con una cremosa salsa tonnata. Le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando la cucina piemontese si contaminava con influenze francesi. Inizialmente la ricetta non prevedeva il tonno, ma col tempo questo ingrediente è diventato un elemento distintivo, rendendo il piatto uno dei più apprezzati della tradizione italiana.

Ingredienti per 6 persone

  • 800 g di girello di vitello
  • 1 carota
  • 1 cipolla
  • 1 gambo di sedano
  • 2 foglie di alloro
  • 100 ml di vino bianco secco
  • Sale q.b.
  • Pepe in grani q.b.

Per la salsa tonnata:

  • 1 cucchiaio di brodo di cottura del vitello
  • 200 g di tonno sott’olio (sgocciolato)
  • 2 tuorli d’uovo sodo
  • 1 cucchiaio di capperi sotto sale (sciacquati)
  • 2 filetti di acciuga sott’olio
  • 100 ml di olio extravergine di oliva
  • Succo di mezzo limone

Preparazione

Per preparare il vitello tonnato, inizia mettendo il girello di vitello in una pentola capiente con la carota, la cipolla, il sedano, l’alloro, il pepe in grani e un pizzico di sale. Copri con acqua fredda, aggiungi il vino bianco e porta a ebollizione. Fai sobbollire a fuoco lento per circa 1 ora e mezza, fino a quando la carne risulta tenera. Una volta cotta, lascia raffreddare la carne nel suo brodo per mantenerla morbida.

Nel frattempo, prepara la salsa tonnata. Frulla il tonno con i tuorli d’uovo sodo, i capperi e i filetti di acciuga, aggiungendo gradualmente l’olio extravergine di oliva per ottenere una consistenza cremosa. Aggiungi il succo di limone e un cucchiaio di brodo di cottura per regolare la densità della salsa.

Taglia il vitello freddo a fettine sottilissime e disponile su un piatto da portata. Ricopri con la salsa tonnata e decora con qualche cappero intero. Lascia riposare in frigorifero per almeno un’ora prima di servire, per permettere ai sapori di amalgamarsi al meglio.

Ricetta Tagliatelle (tajarin) in bianco con tartufi

Un classico della cucina piemontese, le tagliatelle – o tajarin, come vengono chiamate localmente – rappresentano un connubio perfetto di semplicità e raffinatezza. Preparati con una pasta fresca all’uovo sottilissima e burro di qualità, questi sottili nastri di pasta sono l’accompagnamento ideale per il prezioso tartufo bianco d’Alba. Il profumo inebriante del tartufo, grattugiato fresco sulla pasta calda, trasforma un piatto essenziale in una vera e propria esperienza sensoriale, esaltando la ricchezza del territorio piemontese.

Ingredienti per 4 persone

  • tagliatelle fresche 500 grammi
  • per il condimento:
  • 80 gr. di burro
  • 1 mestolino di brodo
  • parmigiano
  • noce moscata
  • sale e pepe

Preparazione

Prima di tutto prepariamo le tagliatelle Tajarin, una pasta fresca che possiamo anche acquistare in negozio. Questo genere di pasta cuoce in un paio di minuti circa. Nel frattempo mettete il burro in un tegamino, unire abbondante parmigiano grattugiato, pepe e noce moscata. Poi aggiungere il mestolino di brodo e lasciare ridurre. Quando le tagliatelle sono cotte, scolatele e poi versate su di esse il condimento. Infine cospargetele con il tartufo affettato finemente.

Ricetta Agnolotti alla piemontese

Il termine “agnolotto” ha origine incerta. Probabilmente deriva da agnello, per indicare un antico ripieno fatto con la carne di questo animale, oppure dal nome Angelotto (in dialetto piemontese Angelotu), cuoco del marchese del Monferrato, che li preparò per festeggiare la fine vittoriosa di un assedio. Proprio in Monferrato un tempo era tradizione consumare gli agnolotti senza condimento, direttamente su un tovagliolo di canapa o lino.

Ingredienti per 4 persone

  • 200 grammi di farina
  • 200 g di carne magra di vitello
  • 60 g di grana grattugiato
  • 200 g di spinaci
  • 30 g di burro
  • 1 l abbondante di brodo di carne
  • 2 uova
  • 1 cipolla
  • 1 rametto di rosmarino
  • 1/2 spicchio d’aglio
  • noce moscata
  • sale
  • pepe di fresca macinatura

Preparazione

Versate la farina sulla spianatoia, fate una fontana, rompetevi le uova nel mezzo e unite 2 cucchiai di grana. Impastate gli ingredienti e lasciate riposare il composto ottenuto in luogo asciutto per 2 ore. Fate appassire a fiamma medio-bassa per 3-4 minuti, in una casseruola con 15 g di burro, la cipolla affettata, l’aglio tritato e le foglie di rosmarino tagliate finemente col coltello. Alzate la fiamma, unite la carne di vitello tagliata a pezzi e fatela rosolare per altri 3-4 minuti; bagnatela con il brodo e lasciatela cuocere per 40 minuti.

Nel frattempo lavate gli spinaci e lessateli per 5 minuti in una pentola con poca acqua fredda leggermente salata; scolateli. Togliete dal fuoco la carne cotta (conservandone da parte il sugo) e tritatela insieme con gli spinaci. Poi unite al composto il grana rimasto, il sale, il pepe e 1 presa di noce moscata e amalgamate il tutto.

Prendete la pasta e col matterello tiratene 2 sfoglie sottili; su una di esse mettete tanti mucchietti di ripieno distanziandoli 3 cm l’uno dall’altro, coprite con l’altra sfoglia di pasta e premete con le dita intorno a ciascun mucchietto di ripieno. Ritagliate gli agnolotti con l’apposita rotella dentata e cuoceteli nel brodo, scolateli al dente e conditeli con il burro rimasto e il sugo della carne tenuto a parte.

Bagna Cauda

La bagna cauda è uno dei piatti più iconici della cucina piemontese, una salsa calda a base di aglio, acciughe e olio d’oliva che viene tradizionalmente servita con verdure crude o cotte. Questo piatto affonda le sue radici nel Medioevo, quando i contadini delle Langhe e del Monferrato lo preparavano come simbolo di convivialità durante la vendemmia. Originariamente considerato un piatto povero, oggi è diventato un vero e proprio emblema della tradizione piemontese, perfetto per riscaldare le serate autunnali e invernali.

Ingredienti per 6 persone

  • 200 g di acciughe sotto sale
  • 6 teste d’aglio
  • 200 ml di olio extravergine di oliva
  • 50 g di burro (facoltativo, per una versione più morbida)
  • Verdure miste per accompagnare (cardo gobbo di Nizza Monferrato, peperoni, finocchi, topinambur, cavolfiore, patate, carote)

Preparazione

Per preparare la bagna cauda, inizia pulendo le acciughe: sciacquale sotto acqua corrente per eliminare il sale, poi aprile a libro ed elimina la lisca centrale. Sbuccia l’aglio e taglialo a fettine sottili. Metti l’aglio in un pentolino con un po’ di latte e cuoci a fuoco basso per circa 10 minuti, per renderlo più digeribile. Scola l’aglio e trasferiscilo in un tegame di terracotta o di acciaio a fondo spesso insieme all’olio extravergine di oliva e al burro, se utilizzato.

Aggiungi le acciughe e cuoci a fuoco bassissimo, mescolando delicatamente, finché le acciughe si saranno sciolte e amalgamate con l’olio, formando una salsa liscia. È importante non portare mai a bollore la bagna cauda, per evitare di alterarne il sapore.

Servi la bagna cauda calda in piccoli contenitori individuali (tradizionalmente scaldini di terracotta) accompagnata dalle verdure, che i commensali intingeranno direttamente nella salsa. Questo piatto si gusta al meglio in compagnia, condividendo il piacere della tradizione piemontese.

Ricetta Fritto Misto alla Piemontese

Le origini di questo piatto sono legate al rito della macellazione ed alla necessità di non sprecare nulla, neppure le parti meno nobili. In più testi di antiche ricette contadine vengono riportati il fegato, il polmone, le fettine di carne, la salciccia, i sanguinacci che nel tempo si sono arricchiti di nuovi ingredienti classici quali gli amaretti ed il semolino dolce. L’antica ricetta del Fritto Misto alla Piemontese si compone di nove pezzi: bistecca, fegato, filone, salciccia, griva, cervella, amaretto, semolino e carote.

Ingredienti per 6 persone

  • 6 bistecche di vitello
  • 10 pezzi di filone di vitello
  • 6 fettine di fegato di vitello
  • 6 grive
  • 10 pezzetti di salciccia
  • 2 cervelle di maiale
  • 6 amaretti morbidi
  • 3 etti di carote
  • 2 etti di semola
  • 2 etti di zucchero
  • 1 limone
  • 4 uova
  • mezzo litro di latte
  • pan grattato
  • farina
  • olio extra vergine di oliva
  • sale

Preparazione

Il pomeriggio antecedente il Vostro pranzo preparate il semolino portando il latte arricchito di zucchero e scorza di limone a bollire, continuando a rimestare aggiungete delicatamente la semola fino ad amalgamare il tutto, versate in una teglia e lasciatelo riposare tutta la notte. Il mattino seguente sbollentate le carote e le cervelle per pochi minuti e scolateli.

Tagliate le carote a listelli ed il semolino a cubetti. Infarinate gli amaretti ed il fegato, sbattete le uova immergendovi poi i semolini, gli amaretti, le bistecche, i filoni e le cervelle; scolateli bene e passate il tutto nel pan grattato. In più padelle di ferro versate l’olio e portatelo al punto di frittura immergendovi poi singolarmente tutti gli ingredienti. Servite il piatto completo caldissimo accompagnato da una fettina di limone e da un buon “bagnetto” verde.

Vino consigliato

Piatto robusto, che merita un vino rosso dalle spiccate caratteristiche. Ci sentiamo di consigliarvi vini delle Langhe piemontesi, o Vini del Monferrato in omaggio alla teoria della “territorialità”. Dalla Freisa d’Asti al Grignolino, dal Nebbiolo delle Langhe al Gattinara (se preparerete un sugo piuttosto corposo), al Dolcetto d’Alba.

Torta di nocciole

La torta di nocciole delle Langhe è un dolce tipico piemontese che celebra uno degli ingredienti più pregiati del territorio: la nocciola Tonda Gentile Trilobata. Questa torta semplice e rustica, senza farina o con una quantità minima, esalta il sapore intenso delle nocciole tostate ed è perfetta da gustare a colazione, merenda o come dessert, magari accompagnata da un bicchiere di Moscato o da un cucchiaio di crema al cioccolato.

Ingredienti per 8 persone

  • Zucchero a velo per decorare (facoltativo)
  • 250 g di nocciole tostate delle Langhe
  • 150 g di zucchero semolato
  • 4 uova
  • 100 g di burro fuso
  • 50 g di farina (facoltativa, per una consistenza più compatta)
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale

Preparazione

Per preparare la torta di nocciole, inizia tritando finemente le nocciole tostate fino a ottenere una farina grossolana, facendo attenzione a non surriscaldare l’olio naturale delle nocciole. In una ciotola capiente, monta le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungi gradualmente il burro fuso e un pizzico di sale, continuando a mescolare. Incorpora la farina di nocciole e, se desideri, la farina e il lievito setacciati.

Mescola delicatamente con una spatola per amalgamare il tutto. Versa l’impasto in una tortiera imburrata e infarinata (o foderata con carta forno), livellandolo con cura. Cuoci in forno preriscaldato a 180°C per circa 35-40 minuti, o fino a quando uno stecchino inserito al centro esce pulito. Lascia raffreddare completamente prima di sformare. Prima di servire, spolvera la superficie con zucchero a velo per un tocco finale.

I vini da abbinare

Nessun viaggio nella cucina piemontese può dirsi completo senza parlare dei vini straordinari che questa terra offre, perfetti per accompagnare i suoi piatti tipici. Il Piemonte è una delle regioni vinicole più rinomate al mondo, con una tradizione che spazia dai rossi intensi e strutturati ai bianchi eleganti e profumati.

Rossi delle Langhe

Tra i rossi delle Langhe, il Barolo e il Barbaresco, entrambi ottenuti dal vitigno Nebbiolo, sono i re indiscussi della tavola. Ideali per accompagnare piatti di carne come il brasato o il vitello tonnato, esaltano ogni boccone con i loro aromi complessi e vellutati. Non meno pregiati, il Dolcetto d’Alba e il Barbera d’Asti si rivelano perfetti per ricette quotidiane, grazie alla loro freschezza e versatilità.

Rossi del Monferrato

Nel Monferrato, tra le sue dolci colline nascono vini unici e meno conosciuti rispetto ai grandi nomi delle Langhe, ma altrettanto ricchi di carattere e storia. Il Grignolino, con il suo colore rubino tenue e i profumi delicati di frutta rossa e spezie, è un vino leggero e vivace, perfetto per antipasti e primi piatti della tradizione. Il Ruché di Castagnole Monferrato, invece, affascina per la sua aromaticità intensa, con note di rosa e frutti rossi, che lo rendono ideale per carni bianche e piatti speziati.

La Barbera del Monferrato si distingue per la sua versatilità: fresca e fruttata nella versione giovane, diventa strutturata e complessa se affinata in legno, accompagnando alla perfezione brasati, arrosti e formaggi stagionati. Infine, l’Albarossa, un vitigno moderno nato dall’incrocio tra Barbera e Nebbiolo, si presenta con un colore rubino intenso e un profilo aromatico che unisce eleganza e potenza, ideale per piatti importanti come selvaggina o stufati.

Vini bianchi

Se invece preferisci i bianchi, il Gavi, ottenuto dal vitigno Cortese, è la scelta ideale per piatti delicati come antipasti a base di verdure o formaggi freschi. L’Erbaluce, vino bianco piemontese dal carattere fresco e vivace, è ottenuto dall’omonimo vitigno coltivato soprattutto nella zona del Canavese. Con i suoi sentori di agrumi, fiori bianchi e una piacevole mineralità, si abbina perfettamente ad antipasti leggeri, piatti di pesce e formaggi freschi. Per chi ama le bollicine, l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti regalano una dolcezza unica, ideale per chiudere un pasto con dolci come la torta di nocciole o il bunet.

Ogni piatto trova il suo compagno perfetto tra i vini piemontesi, trasformando ogni pasto in un’esperienza multisensoriale. Se vuoi scoprire di più sui vini da abbinare alle ricette della tradizione, esplora il nostro approfondimento sui grandi vini rossi del Monferrato o scopri i migliori vini delle Langhe piemontesi.